venerdì 22 febbraio 2008

Storie di fiori ,di donne e d'anarchia


Trovandoci in un convegno sulla resistenza alla Casa della Memoria -Via della Lungara, Roma- ci ha attirato l'attenzione il racconto della fioraria del cimitero dov'era seppellito Errico Malatesta; infatti i nazifascisti -la Germania era la nazione maestra in fatto di codici- si erano accorti che la disposizione dei fiori, sulla tomba di Malatesta, non era casuale ma seguiva una sorta di messaggio a codice per scambiare informazioni clandestinamente, e sospettarono la fioraria di complicità con la resistenza. Non potendo condannare la fioraria direttamente per ovvie ragioni -troppe ambiguità nello stravagante mezzo di comunicazione e difficoltà nelle prove di colpevolezza- non poterono fare altro che ricorrere alla psichiatria per farla passare per matta. Così fu. La povera fioraia impazzì sul serio nell'atroce struttura psichiatrico-ospedaliera e vi morì. Oggi, forse, ci rimane solo la sua cartella clinica, e tutta da svelare, per comprendere come funziona la macchina ospedaliera-psichiatrica al servizio delle finalità più efferate.

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Se la soluzione è nell'entrare nella tana del lupo vi fu chi fece tale scelta: l'anarchico Salvatore Morelli. Morelli rendendosi conto dello stato di vera e propria prigionia in cui versavano le donne (nelle case chiuse) infettate della sifilide dai loro clienti -spesso non identificati perchè politici, militari graduati o comunque uomini di potere se non i medici stessi che controllavano clinicamente periodicamente le prostitute...ma non i loro clienti- relegate negli infami e orrendi sifilocomi (voluti dai medici per ragioni di epidemia e sopratutto di loroprofitti e interessi professionali) da dove non ne sarebbero poi più uscite fino alla loro morte, che alla fine desideravano avvenisse al più presto , non esitò ad entrare nel parlamento come parlamentare ed è proprio lui che nonostante offeso, sbeffeggiato, insultato praticamente all'unanimità per la sua battaglia contro i sifilocomi, dette lezioni di vera politica tanto che alla fine ribaltò la situazione e riuscì a far chiudere tali ospedali-lager liberando dalle grinfie ed interessi medico-politici le vere e proprie loro schiave. Ne seguì decenni più tardi anche la chiusura delle case chiuse, cioè a detta della Mozzoni, della Prostituzione di Stato, nata poco dopo della breccia Porta Pia dove al posto dei garibaldini e del popolo vi entrarono Militari (domanda) con al loro seguito Medici (profitto) e Magnaccia di Stato (offerta).
Nella foto, il ruolo del magnaccia del bravissimo attore principale di "Accattone" (di Pasolini)