venerdì 25 luglio 2014

LA GRAZIA A LOURDES E LA DISGRAZIA OSPEDALIERA RISVEGLIO DA COMA IRREVERSIBILE VEDOVA CORAGGIO

                  
 Nei precedenti post abbiamo approfondito la questione sulla morte cerebrale inventata per opportunità di ricerca –vivisettoria-e trapianti d’organi, ora daremo uno dei non pochi esempi di come il coma diagnosticato profondo o irreversibile non sia morte.   L’esempio è quello riferito a don Vittorio Mazzuchelli, sacerdote dell’Istituto Cristo Re Sommo Sacerdote, il quale aveva già espresso il desiderio di visitare Lourdes prima del grave incidente che lo investì il 16 gennaio 2006.  L’incidente automobilistico (contro un camion-TIR venutogli addosso) gli causò un coma profondo – morte cerebrale-, di livello tale che i medici, dell’ospedale di Rifredi, a Firenze, lo avevano dato per spacciato; perfino i liquidi del suo corpo si erano trasformati in sali.  Dopo una lunga e angosciante attesa di amici e parenti durata un mese il sacerdote, dato già per morto fin dall’inizio dai medici, si risveglia inaspettatamente pur con limiti neurologici.  Alla fine per don Mazzuchelli ci fu solo il limite di una frattura multipla e frantumata del ginocchio che lo vincolava su una sedia a rotelle con forte sofferenza e dolori, poi alleviati e risolti con la visita a Lourdes.   Di tutt’altra sorte la vicenda del cappuccino Giacomo Filon, del convento di Udine e seguace di Francesco d’Assisi e oggi molto venerato a Lourdes: il funerale del cappuccino fu il 23 luglio 1948 e la cui causa di beatificazione iniziò nel 1984, al culmine della sua vicenda tenuta nascosta.    Al cappuccino Filon fu diagnosticata una encefalite letargica e gli fu negato il viaggio a Lourdes per la sua salute fragile.  Filon non si dette per vinto e riuscì ad avere il consenso dall’Unitalsi udinese.  Il viaggio a Lourdes fu il 21 luglio 1948 e dopo ben 35 ore di viaggio in treno alle 16, arrivato a Lourdes sembrò non aver accusato nulla di quanto previsto da medici e religiosi tanto che chiese subito di andare alla grotta, ma per i medici era sconsigliato e i religiosi, ripetendo a pappagallo – tenendo più conto dell’opinione medica che della fede del francescano-  non indugiarono nel deviarlo all’ospedale Asile.  Giunto all’ospedale fu visitato e il medico non trovò nulla di preoccupante tanto che riusciva a cantare il Magnificat.   Ma in ospedale si aggravò tanto da arrivare all’estrema unzione e a alle 23 era già cadavere.  Ciò viene giustificato con il mancato incontro alla grotta, nell’affrettare i tempi della morte.  Un fatto strano è che la notizia non fu diffusa più di tanto: G.Filon fu seppellito in un angolo del cimitero dei pellegrini sotto una mera sigla, quale S35.  E’ solo grazie ad una vedova coraggiosa che il cappuccino riacquisì il suo nome assieme alla vicenda che si voleva entrambi tenere nascosti.   
   Vicende queste che vedono chi beneficiato della grazia di trovare persone rispettose del suo volere fino a non abboccare alla falsa diagnosi di morte da coma irreversibile – o cerebrale o altra invenzione di morte che sia – e continuando a vivere senza così ritrovarsi cadavere all’obitorio, magari smontato a pezzi per didattica studentesca o ricerche vivisettorie oppure per trapianti e fatto passare per benefattore…del potere medico stesso.  E, dall’altra, chi si è visto negare la sua volontà e della grazia, deviato in disgrazia ospedaliera.    Stessa sorte, come già discusso nei precedenti post, per la veggente di Fatima, Giacinta, la quale fu ricoverata contro la sua volontà e fatta cavia in ospedale, per i medici l’operazione fu un successo, e dopo nove giorni di agonia tra atroci sofferenze per le medicazioni morì.   Perseguitata più volte dai medici ospedalieri fu anche Bernadette, dove anche rinchiusa in clausura si vide le suore aprire alla ripetuta visita di commissioni mediche ospedaliere per indagare sulla sua salute mentale, di visionaria.  La veggente poi morì tra umiliazioni a soli trentasette anni.  Ricordiamo anche Letizia Cirolli, diagnosticata con tumore terminale con breve attesa di vita, della quale fu rispettata dai genitori la sua volontà di rifiutare il tentativo di “cura” con ricovero agli squallidi ospedali. Cirolli ebbe una grave crisi dopo la visita a Lourdes ma continuò a rigettare l’internamento all’infame ospedale e guarì completamente subito dopo; quasi premiata nel riscattare la negata volontà della suddetta veggente di Fatima. 
   Più che beatificare tali martiri occorrerebbe premiare gente come la suddetta coraggiosa vedova  così chi non cadde nell’inganno della diagnosi di morte da coma cosiddetto irreversibile, ed anche madre coraggio, Cirolli, che rispettò il volere della figlia e ne fu già premiata.

venerdì 18 luglio 2014

Legge 578/93 Morte Cerebrale: Passata al Senato la Morte Cerebrale di Hitler e Medici Tedeschi

   Riportiamo qui di seguito quanto inviatoci da un lettore:

Testo Unificato (PDL C100, C702, C1250) approvato, Senato DDL 1534 – Norme in materia di disposizioni del proprio corpo e tessuti post mortem (cerebrale) a fini di studi e ricerca . La Vivisezione umana, pende come spada di Damocle per l'utilizzo di persone in coma per due anni nelle università ed ospedali. Due audizioni a noi riservate in Commissione Affari Sociali nel 2005 e 2011 hanno rallentato l'iter, ma come l'idra risorge.
L'Italia vuol far cassa rendendo i suoi cittadini cavie al servizio d'altri, per ripianare il debito pubblico? In questa logica ecco il Primo illegale trapianto di cellule staminali cerebraliprelevate da un feto per un paziente affetto da sclerosi multipla (Sla). La Legge 91/99 art. 3 vieta l'uso del cervello e delle gonadi. Fanno le leggi che poi disattendono.

  La morte cerebrale è stata invezione di Hitler e dei medici tedeschi. Infatti, nei casi di follia giudicati irrecuperabili il cervello non rispondeva più alla volontà, alla coscienza, quindi il paziente era praticamente giudicato cerebralmente morto. riportiamo parte di quanto già scritto in merito: 
https://www.blogger.com/blogger.g?blogID=4717969834976445781#editor/target=post;postID=1037259966869310646;onPublishedMenu=posts;onClosedMenu=posts;postNum=2;src=postname 
   
"Il Nazismo non ebbe da faticare per eliminare in massa chi reputato non in grado di intendere e di volere fino al fallimento della cura nel “recupero” di tali capacità. Infatti, per i “pazzi irrecuperabili”  vi era l’eutanasia, vista come opera di salute pubblica e rigorosamente applicata nei casi mentali particolarmente gravi o di totale pazzia.  Per prevenire contestazioni morali ed etiche si dichiarava il riconoscimento di non sopprimere per scopi opportunistici quali, ad esempio quelli rivolti ai casi di vittime di gravi malattie o di incidenti anche se conservavano solo le funzioni vitali  fino a non essere in qualche modo utili alla nazione.  Comunque l’invenzione di morte cerebrale, assieme al vedere casi di assenza di coscienza non è idea di oggi attraverso gli espianti d’organo, bensì di chi dichiarò di pensare di pazzi, che non avevano neppure coscienza di se stessi come uomini,  da giudicarsi già praticamente dei morti: “Io penso che dei pazzi che non hanno neppure coscienza di se stessi come uomini sono già praticamente dei morti”. Se non hanno coscienza come uomini tutto il resto degli animali è ufficialmente –cartesianamente- macchina.  Con questa dichiarazione, sostenuta dai medici tedeschi, nel 1939, Hitler estendeva l’eutanasia sterminando gli alienati  e tutti gli altri ritenuti improduttivi: vecchi, invalidi, “anormali” etc.. Essi erano concepiti peso morto.  Lo sterminio dei pazzi irrecuperabili – morte cerebrale- attraverso ospedali per l’”eutanasia” era definito dall'operazione T4, compresa la sua segretezza -benché sembra che vi fu qualcuno che si accorse di quello che realmente si faceva, soprattutto i parenti delle vittime. Comunque, i parenti erano a priori esclusi da ogni decisione perché non medici, quindi non conoscendo la medicina non potevano giudicare il caso, quando era il caso di sopprimere. L’esecuzione della T4 era basata sul giudizio di 3 istituti, cosiddetti, di carità e da un collegio di medici -per l’eutanasia, considerata opera umanitaria: “assassinio umanitario”.
  Insomma dietro al giudizio di “morte cerebrale” si diagnostica l’incapacità di intendere e di volere e di assenza di coscienza e si concepisce, di conseguenza, l’eventuale più o meno accenno di attività motoria (del malato in coma all’atto dell’operazione chirurgica dell’espianto e, dall’altra,  dei pazzi che urlavano e si divincolano disordinatamente al momento di entrare nei camion nazisti diretti all’ospedale per l’eutanasia)  come riflesso meramente nervoso piuttosto che tentativo di comunicare qualcosa del loro stato di coscienza.     Limitarsi a giudicare come riflesso condizionato proviene da tutta una corrente riduttiva che si avvale della vivisezione.  La vivisezione a sua volta  si avvale dell’eliminazione delle componenti psichiche, dapprima, in generale, sugli animali che vengono trasposti poi all’uomo come nel caso di entrambe le “morti cerebrali” – da coma e da follia-".

  Non era difficile vedere un cosiddetto pazzo come irrecuperabile alla stessa stregua di come oggi non è così difficile far passare un malato in coma come irreversibile; di pezzi di ricambio al Terzo Mondo ce ne sono già in abbondanza e l'Italia ne ha già fatto uso negli ospedali (ad esempio l'ospedale Bambin Gesù).  
  Ricordiamo la fioraia del cimitero dov'era seppellito E.Malatesta fu fatta passare per pazza una volta che i Nazisti si accorsero che i fiori sulla tomba di Malatesta erano disposti come a seguire un codice segreto usato dalla resistenza.  Non abbiamo visto la cartella clinica della fioraia ma è certo che non fu difficile esasperargli la situazione nel farla scivolare in una diagnosi di pazzia irreversibile e farla fuori (in ospedale, molto più facilmente ed "eticamente" di una prigionia di lager o di una via Tasso): Il maestro (anarchico) Mastrogiovanni è l'esempio di un'attuale dittatura che non ha nulla da invidiare al Nazismo.  Così, tutti quei genitori che si sono visti vivisezionare i figli in coma cosiddetto irreversibile -morte cerebrale!- contro la propria volontà.  Per non parlare della Carta d'Identità ormai in via di equiparazione ad un "passaporto sanitario" pari a quello dello stato di Epidemia: la più infame dittatura, quella della polizia sanitaria.
  Hanno accusato B.Grillo di inneggiare a Hitler, gli stessi che oggi hanno promosso la legge per la morte cerebrale hitleriana per eccellenza.  E i grillini (M5S) abbozzano fessamente, stanno a guardare i bei tempi dello tsunami, cullati dal CRI CRI. in un dolce riposo....irreversibile? In effetti, già alcuni organi del "grillo" stanno trapiantati partiticamente un po di qui un po di là.   

  

domenica 6 luglio 2014

Legge 578/93 morte cerebrale: G. Berlinguer si appella a grillo parlante per Grillo silente M5S

     
   La legge sui trapianti ha trovato il via libera alla Camera..mortuaria; ora spetta al Senato decretare il decesso definitivo.
 Osservava J.E.Palack che la medicina non vuole verifiche epistemologiche. Ciò lo vediamo sopratutto nella dittatura della "morte cerebrale" per opportunità di trapianti d'organo.    
 Scriveva Giovanni Berliguer che nel ricovero manicomiale oggi psichiatrico-TSO si isola il soggetto.  Ciò è opportuno anche  per nascondere il fallimento della, diciamo, "cura". 
 Mentre il Grillo-silente M5S lasciava la legge sui trapianti d'organo trionfare al Parlamento dimenticava quanto  Berlinguer si appellasse alla saggezza del Grillo-parlante di Pinocchio scrivendo:
"Vi è chi mette perfino in dubbio la validità delle rilevazioni sulla mortalità. Eppure è  difficile non distinguere un viso di un defunto. (-Certamente, noi diciamo che in effetti chiunque sa distinguere-ndr) che un viso di un malato in coma giudicato irreversibile non è quello di un morto.  E’ vero che anche questa controversia è possibile, per esempio quando si tratta di prelevare organi per un trapianto; in questo caso la morte sia decretata troppo presto– considera il grillo parlante di Pinocchio malato- p.81:  Il burattino era stato impiccato; la Fata mandò subito a chiamare i medici più famosi del vicinato. E i medici arrivarono subito, uno dopo l’altro; arrivo, cioè, un corvo, una civetta e un grillo-parlante.  –Vorrei sapere da lor signori –disse la fata ricolgendosi ai tre signori medici, riuniti atorno al letto di Pinocchio--- vorrei sapere da lor signori se questo disgraziato burattino sia vivo o morto!...A questo invito il corvo, facendosi avanti per primo, tastò il polso a Pinocchio; poi gli tastò il naso, poi il dito mignolo dei piedi: e quand’ebbe tastato ben bene, pronunciò solennemente queste parole: -- A mio credere il burattino è bell’e morto: ma se per disgrazia non fosse morto , allora sarebbe indizio sicuro ch’è sempre vivo!   -- Mi dispiace disse la civetta – di dover contraddire il corvo, mio illustre amico e collega: per me invece, il burattino è sempre vivo; ma se per disgrazia non fosse vivo, allora sarebbe segno ch’è morto davvero.   – E’ lei non dice nulla?— domandò la fata al grillo-parlante.  –Io dico che il medico prudente, quando non sa quello che dice, la migliore cosa che possa fare, è quella di star zitto".
    Oggi mentre è il Grillo che è silente i medici inventori di morti sanno bene, quel che dicono, la sanno lunga sulla loro invenzione (di morte) tanto da rendere per la prima volta il documento d'identità anche una tessera sanitaria non dissimile da quella d'obbligo nelle dittature da polizia sanitaria per  epidemie, dove si era sempre pronti a rinchiudere in quarantena (terribile carcere sanitario dove si poteva sperimentare di tutto sul paziente-cavia) al minimo sospetto...ad esempio, oggi si sono già associati i DNA con i profili psicologici (un DNA può rappresentare quello che rappresentava la fisiognomica per il Lombroso).



mercoledì 2 luglio 2014

578/93 Morte detta Coma Irreversibile. T4/39 Morte detta Follia irrecuperabile



  Entrambe le morti citate nel titolo hanno diverse cose in comune, non ci si riferisce alle due date, 1939 e 1993 simili per inversione di una delle due coppie di numeri finali, decimali, né tanto per la sinonimia tra “irreversibile” e “incurabile” ma soprattutto per il fatto che in entrambe sono concepiti come morti i cervelli, e l'assenza di coscienza.   Il Nazismo non ebbe da faticare per eliminare in massa chi reputato non in grado di intendere e di volere fino al fallimento della cura nel “recupero” di tali capacità. Infatti, per i “pazzi irrecuperabili”  vi era l’eutanasia, vista come opera di salute pubblica e rigorosamente applicata nei casi mentali particolarmente gravi o di totale pazzia.  Per prevenire contestazioni morali ed etiche si dichiarava il riconoscimento di non sopprimere per scopi opportunistici quali, ad esempio quelli rivolti ai casi di vittime di gravi malattie o di incidenti anche se conservavano solo le funzioni vitali  fino a non essere in qualche modo utili alla nazione.  Comunque l’invenzione di morte cerebrale, assieme al vedere casi di assenza di coscienza non è idea di oggi attraverso gli espianti d’organo, bensì di chi dichiarò di pensare di pazzi, che non avevano neppure coscienza di se stessi come uomini,  da giudicarsi già praticamente dei morti: “Io penso che dei pazzi che non hanno neppure coscienza di se stessi come uomini sono già praticamente dei morti”. Se non hanno coscienza come uomini tutto il resto degli animali è ufficialmente –cartesianamente- macchina.  Con questa dichiarazione, sostenuta dai medici tedeschi, nel 1939, Hitler estendeva l’eutanasia sterminando gli alienati  e tutti gli altri ritenuti improduttivi: vecchi, invalidi, “anormali” etc.. Essi erano concepiti peso morto.  Lo sterminio dei pazzi irrecuperabili – morte cerebrale- attraverso ospedali per l’”eutanasia” era definito dall'operazione T4, compresa la sua segretezza -benché sembra che vi fu qualcuno che si accorse di quello che realmente si faceva, soprattutto i parenti delle vittime. Comunque, i parenti erano a priori esclusi da ogni decisione perché non medici, quindi non conoscendo la medicina non potevano giudicare il caso, quando era il caso di sopprimere. L’esecuzione della T4 era basata sul giudizio di 3 istituti, cosiddetti, di carità e da un collegio di medici -per l’eutanasia, considerata opera umanitaria: “assassinio umanitario”.
  Insomma dietro al giudizio di “morte cerebrale” si diagnostica l’incapacità di intendere e di volere e di assenza di coscienza e si concepisce, di conseguenza, l’eventuale più o meno accenno di attività motoria (del malato in coma all’atto dell’operazione chirurgica dell’espianto e, dall’altra,  dei pazzi che urlavano e si divincolano disordinatamente al momento di entrare nei camion nazisti diretti all’ospedale per l’eutanasia)  come riflesso meramente nervoso piuttosto che tentativo di comunicare qualcosa del loro stato di coscienza.     Limitarsi a giudicare come riflesso condizionato proviene da tutta una corrente riduttiva che si avvale della vivisezione.  La vivisezione a sua volta  si avvale dell’eliminazione delle componenti psichiche, dapprima, in generale, sugli animali che vengono trasposti poi all’uomo come nel caso di entrambe le “morti cerebrali” – da coma e da follia-.   Ciò fu dedotto già da Vance Packard (in tal caso riguardo alla manipolazione umana tramite elettronica): L’uomo verrà manipolato pari ad animali da laboratorio a partire dai manicomi.   Packard lo abbiamo già considerato, nel post immediatamente precedente al presente riguardo la tanatocrazia medica assieme alla spersonalizzazione e standardizzazione delle morti entro le mura ospedaliere.

  E’ chiaramente giusto riconoscere  l’olocausto che gli ebrei, a livello ufficiale, subirono maggiormente dal nazismo, ma bisogna ancora riconoscere quanti altri furono trucidati come i gitani (senza anagrafe) e i cosiddetti “pazzi”.  Il destino (?) ha voluto che il primo uomo cavia, completamente manipolato, in cui si effettuò il trapianto, di cuore, fosse proprio un ebreo; non visse che qualche settimana dal trapianto, con non pochi strazi.