lunedì 22 febbraio 2021

Covid 19:. Profitti e dittatura erano già previsti

 


    Riportiamo quanto già scritto in un precedente post riguardo n articolo sul quotidiano "La Repubblica", del 21 - ottobre 2001, per chiarire i propositi e/o progetti di cui si stanno decidendo linee per un'economia programmabile assieme al comportamento sociale, e di quanto si è andato a realizzare tutto cio che sta accadendo attualmente:

--  Si consiglia di andare direttamente nel sito 

https://www.repubblica.it/online/mondo/antracetre/rampini/rampini.html 

fino ai 3 asterischi *** e proseguire sul presente post.

Farmaci e difesa
i profitti della paura



Dall'inviato Federico Rampini
 

  FRANCISCO - Il professore russo Ken Alibek nell'Unione sovietica dirigeva il Biopreparat, il laboratorio segreto dove si costruì il più grande arsenale di armi batteriologiche del mondo. Ieri, invitato come esperto al Congresso di Washington, ha dichiarato alla Commissione per la sicurezza nazionale: "Il vero effetto dell'antrace non è la morte, è il panico". 

Il professor Alibek sa tutto della guerra biologica ma non del capitalismo. Tra gli effetti collaterali dell'antrace ce n'è anche un altro, che al Biopreparat non avevano previsto. E' il boom nei profitti dell'industria farmaceutica, e non solo quella. Più 44 per cento dall'attacco alle torri ad oggi: è il rialzo di Borsa che l'allarme bioterrorismo ha regalato alla Bayer che produce Cipro, l'antibiotico più usato contro il carbonchio.

L'industria dei medicinali non è l'unica miracolata da Osama Bin Laden. Anche se l'impatto generale del terrorismo sull'economia americana resta molto negativo - il governatore della banca centrale Alan Greenspan ora parla apertamente di "declino significativo" - ci sono settori che stanno trasformando l'angoscia collettiva per la sicurezza in un ottimo affare privato. E non si tratta di speculatori marginali come i venditori delle maschere a gas, ma di interi pezzi del capitalismo americano. Per alcuni è boom di utili, per altri l'occasione di saccheggiare il bilancio pubblico a caccia di aiuti: dall'industria biotecnologica della Silicon Valley alle compagnie aeree, dalle assicurazioni ai siderurgici, la lista dei profittatori si allunga.

Il fenomeno è così evidente da diventare caso politico. Charles Schumer, senatore democratico dello Stato di New York, è il primo a spezzare l'omertà sui profitti delle case farmaceutiche: "[ab]Deve intervenire d'urgenza il governo - protesta - le autorità sanitarie devono aumentare le riserve pubbliche di medicinali obbligando i produttori a venderli a prezzi calmierati". L'amministrazione Bush nicchia. 

Nonostante l'emergenza, esita ad attaccare un dogma a cui è molto legata: la tutela dei profitti privati sui brevetti dell'industria farmaceutica. Ma se in passato erano i paesi africani a lamentarsi per il prezzo esoso dei medicinali antiAids venduti dalle multinazionali Usa, oggi l'America vive un rovesciamento delle parti. In India, rivela Donald Mc Neil sul New York Times, un mese di terapia anticarbonchio a base di ciprofloxacin costa dieci dollari, negli Stati Uniti la stessa cura venduta col marchio Cipro di proprietà Bayer vale 350 dollari (740.000 lire). E se la singola pastiglia di Cipro in farmacia costa 4,67 dollari (diecimila lire), la stessa dose di pennicilina generica - che i medici considerano quasi altrettanto efficace contro l'antrace - costa 9 cents. Duecento lire.

Alla tedesca Bayer una settimana di allarmeantrace ha già fruttato mille miliardi di lire di vendite extra. Il Canada ha deciso che questo era intollerabile, e ha costretto la Bayer a vendere il Cipro a metà prezzo. Il bottino di guerra eccita gli appetiti delle maggiori concorrenti americane, come Pfizer e Bristol Myers Squibb, che accelerano la commercializzazione di antibiotici concorrenti del Cipro. Tranquilli, ce ne sarà per tutti. Dopo il carbonchio sta per aprirsi un altro business: Bush annuncia che vuole essere in 
grado di immunizzare l'intera popolazione americana contro il vaiolo, nel caso che...

Poiché la vaccinazione obbligatoria fu sospesa negli anni Sessanta con la scomparsa del vaiolo, le case farmaceutiche devono mobilitarsi per produrre a tambur battente 300 milioni di dosi di vaccino. Uno sforzo titanico, che sarà ben premiato. Bush ha già stanziato per il solo vaiolo 509 milioni di dollari.

E poi, prevenire è meglio che curare. Quindi ecco piovere dal cielo - cioè dal bilancio pubblico federale - 10 miliardi di dollari da spendere a tutto campo per attrezzare l'America ad una lunga guerra contro il bioterrorismo. Qualcuno questa guerra l'ha già vinta: nella Silicon Valley californiana le aziende di punta nell'industria biotecnologica sono al settimo cielo. La Cepheid di Sunnyvale è il caso più noto. Produce per il Pentagono apparecchi automatizzati che identificano rapidamente le aggressioni batteriologiche usando test del Dna. Le sue azioni in Borsa dall'11 settembre sono salite del 400 per cento. "Queste sono reazioni isteriche" commenta Rachel Leheny, analista dell'industria biotecnologica da Lehman Brothers. Lo stesso amministratore delegato della Cepheid, Thomas Gutshall, stenta a credere ai suoi occhi. "Forse il mercato sta un po' esagerando", è il suo understatement.
 
***

Queste proiezioni scatenano appetiti svariati. Due celebri enfants prodiges della New Economy, Larry Ellison di Oracle e Scott McNealy di Sun Microsystems, bussano alla porta di Bush con una proposta: l'America adotti un sistema di carta d'identità elettronica collegata a una grande banca dati informatica. Naturalmente con tecnologie vendute da Oracle e Sun. Commenta sarcastico l'economista Scott Herhold: "Ottima idea, non fermiamoci qui. Bisogna anche obbligare ogni americano a girare 24 ore su 24 con un cellulare Motorola acceso, in modo che l'Fbi possa seguirne i movimenti. Ogni utente di Internet dovrà registrarsi da Microsoft che leggerà le sue email. E nelle case ci vuole una videocamera in ogni stanza, collegata con le reti a fibre ottiche dellQueste
'AT&T. Per la Silicon Valley lo slogan è: salviamo dal terrorismo l'America e il Nasdaq".


  Oggi vi sono infatti le carte d'identità e tessere sanitarie elettroniche, smartphone con batterie non removibili (sempre accesi anche come localizzatori). Inoltre si sta pensando al passaporto sanitario per costringere alle vaccinazioni da virus realizzati per i suddetti propositi (n quanto rimangono sconosciute le loro origini, sorte proprio nel periodo giusto).

Nuovi casi di antrace
Bush: "E' al Qaeda"


Incubo antrace
morti due postini
 

DOSSIER/1
L'attacco
batteriologico
 

DOSSIER/2
La nuova guerra 

DALL'ARCHIVIO
di Repubblica.it
Nono caso di
carbonchio
 

Antrace, tracce
anche alla Camera


Farmaci e difesa
i profitti 
della paura
 

Carbonchio, un
caso al NYPost
 

Vaiolo, l'Oms rivede
direttive sul vaccino
 

L'antrace infetta
un postino del
New Jersey
 

Una taglia da 
un milione di
dollari
 

Gli allarmi
nel mondo

 

    

mercoledì 3 febbraio 2021

Pre-Covid: Quando i cinesi non facevano uso di ospedali


Riportiamo un precedente post di questo blog di 13 anni fa per ricordare ciò che fu la Cina:

  

venerdì 7 marzo 2008

Il Loto ed il Bitume


In un suo spettacolo, il noto personaggio di attualità B.Grillo si chiedeva come mai sia nei "Pronto Soccorso" che negli obitori degli ospedali italiani non vi è traccia di cinesi (ma anche di tibetani). Per una tale domanda Grillo si faceva rispondere e confermare dai "suoi" "amici" (ovvero suoi micro-virus da vaccinazione) medici ospedalieri http://it.youtube.com/watch?v=QL34zCJ3d8I.
Quindi è vero: cinesi e tibetani non fanno uso di ospedali. Dovremo proprio farcelo dire da loro?...Non sospettiamo nemmeno minimamente il motivo? Hanno riferito, in una conferenza, che al Tibet i cinesi danno scarsissimi servizi sanitari, e proprio in Tibet si chiedono ospedali... In effetti c'è motivo di crederlo. Quando un popolo invade barbaramente il territorio di un altro popolo, che, tra l'altro, non aveva arrecato alcun fastidio, e lo sottomette ai suoi usi e costumi spazzando via quasi tutti quelli di quest'ultimo ne costringe poi -come chiunque colonizzi- a necessità verso i loro servizi e prodotti; oltretutto riservati per tali utenti di serie B come scarti...Sappiamo, da Platone, quanto una persona sia disposta ad accettare se non reclamare anche cibo avvelenato piuttosto che morire di fame. Il Tibet, per millenni, ha avuto un suo equilibrio tra popolo e la natura circostante -nonostante le ripetute invasioni- riuscendo alla stessa stregua dell'Effetto-Loto a ripulirsi dai mali da solo; ma oggi, dopo la vile invasione, si è rotto tale magico equilibrio. Un equilibrio che forse è stato in parte ripristinato nei loro piccoli, autogestiti, villaggi-parco sparsi nel mondo.

Un Loto Blu per il Tibet Libero: corteo LUNEDI' 10 MARZO da Piazza Navona alle 17,30