domenica 21 novembre 2010

OSPEDALI GLOBALIZZAZIONE: OTTIMIZZAZIONE ZOOTECNICA SULL'UOMO

Per quanto concerne una delle relazioni dirette tra ospedali e zootecnia ne abbiamo discusso alla fine del post precedente servendoci anche di un video (tratto da spezzoni di servizi RAI-Storia) che riportiamo -migliorato nelle immagini- all'inizio del presente post (primo video). Assieme al video riscriviamo gli ultimi punti -tratti da varie estrazioni bibliografiche- complementari al video: Il trionfo batterico sugli antibiotici viene bene a chi ci specula sopra tanto che il disgraziato che ne viene fatto contaminare in ospedale deve poi subire un vasto repertorio di antibiotici vari a danno della sua salute per gli effetti collaterali.

1) L'efficacia delle muffe guaritrici (odierni antibiotici) era già conosciuta dal 2000 a.C. in Cina, dove si curavano le infezioni epidermiche con muffa di soia; lo stesso valeva per gli indiani d'America ma attraverso mais ammuffito.

2) Il concetto di "batteriofago" alla base della dinamica degli antibiotici non origina dai medici ma da un idea di un autodidatta, vissuto nel 700, un certo Boile che, per questo, fu accusato di ciarlataneria ed espulso dal suo paese proprio da una massima rappresentanza dei medici, il celebre medico Astruc.

3) Fleming scopri l'effetto antibatterico della muffa per puro caso (spore di muffe studiate nel vicino ospedale volarono nel suo laboratorio sulla sua cultura in vitro, giacente quasi abbandonata da Fleming, e causarono l'effetto refrattario ai batteri).

4) Oggi dopo circa ottanta anni dalla "scoperta" di Fleming, l'efficace cura millenaria delle infezioni attraverso muffe, dopo che è stata sistematizzata dalla medicina, è stata quasi del tutto neutralizzata.


Ora veniamo alla questione sullo sviluppo degli ospedali, che dal primario stato premafioso (vedi post precedente attinente), volgono verso l'omologazione umana di tipo zootecnico. Infatti, guardando i due seguenti video si può constatare la temuta previsione (terzo video -in bianco e nero) verificarsi circa vent'anni dopo (quarto video -a colori). Nonostante si sia tentato di confinare le ambizioni del potere medico ospedaliero, quest'ultimo ha la meglio: Avere attuato la realizzazione di un ospedale di cui non si deve più avere invidia degli altri nelle altre nazioni. Un "ospedale modello", moderno come desiderato dai medici, in quanto ad essere controllato non è il personale ospedaliero ma continua ad esserlo, e ancora di più, il malcapitato paziente, così tecnologizzato. La questione è così acuta che quest'ultimo lo si fa passare dall'essere una malattia, un numero, a quello di un vero e proprio codice a barre impresso su un bracciale, e microchip, obbligati 24 ore su 24. Tutto questo per sfuggire agli errori dei medici e paramedici. Inoltre, l'ospedale ha un suo centro di ricerca autonomo dove si può disporre più direttamente del paziente al fine di ottimizzare il suo ruolo di cavia per affinare meglio speculativamente, all'infinitesimo, gli strumenti e i prodotti farmaceutici con cui operare e vederne le conseguenze. Infine, la speculazione dei prodotti chimico-farmaceutici o tecnologici in generale si estende ai prodotti igienici. Lo si vorrebbe far sembrare un ospedale "aperto" ma ne appare uno scudo tecnologico, dove, sopratutto, la cartella clinica è un computer, un braccialetto con microchip, e tutto il resto rimane come un mega ospedale, con sei pazienti in una stanza e con l'illusione di aver risolto il problema delle infezioni ospedaliere e, comunque, degli errori ospedalieri -oltre tutto, per medici e paramedici non vi sono braccialetti microchip che li controllano-. In sintesi, gli errori iatrogeni negli ospedali vengono paradossalmente ed ulteriormente a carico dei pazienti stessi -sempre più panotticamente controllati e gestiti come polli da zootecnia. Alla fine è sempre colui che, nella scena ripresa e descritta dal Pazzini, contrasta con il suo "grigio scuro" il bianco candido del camice dei medici, e deve sopperire alle nefandezze ospedaliere e alla ricerca medica in generale. E' lui, il "grigio scuro" che deve far disporre dei suoi organi per far sopperire alla suddetta corporazione del "candido" dei suoi fallimenti schivandoli con la "medicina del rattoppo". Un paziente giudicato clinicamente morto -cioè un morto vivente- non parla, mentre chi ha ricevuto da esso l'organo parla e tramuta il fallimento medico terapeutico del primo in successo: se da una parte si decanta la sopravvivenza di chi ha ricevuto il pezzo di ricambio -compatibilmente con i potenti farmaci intossicanti anti-rigetto- dall'altra fa un grande sospiro chi ha scampato alla sentenza iatrogena di "morte clinica" tenendosi i suoi organi (vedi, ad esempio, Crisafulli -salvato dai parenti-anche tra i post precedenti a questo).

venerdì 12 novembre 2010

Origine degli ospedali ritorno al malato posseduto -seconda parte-

Sul passaggio dall'istero-epilessia anche il Pazzini concorda sul fatto che si è cambiato solo il nome di ciò che si vedeva come possessione. Egli riporta che il terrore dei demoni e della possessione tornò ad imperare nei primi secoli della nostra epoca, fin quando un altro modo di concepirla spostò le cosiddette "streghe" dalle mani dei religiosi a quelle dei medici che le definivano pazze e visionarie. Il termine stesso di "pazzo" è già significativo in quanto deriva proprio da posseduto. Una tale concezione continua dal medioevo e tra i medici che la evidenziano; la medicina è ancora nella sfera che ingloba il corpo come posseduto da esseri invisibili, diabolici etc.. E continua a ritorcersi anche contro i religiosi stessi, tanto che, ad esempio, proprio le orsoline di Loudun ne furono vittime! Considerando quanto accadde alla povera giovane contadina Bernadette Soubirous stretta fra religiosi e medici, e più recentemente alla altrettanto giovane e povera Natuzza Evolo, "ree" di aver avuto delle visioni mistiche (raffiguranti personaggi e simboli tutelati da "diritti d'autore") , si può immaginare quanto accadde alle suore -circa trentanni dopo il rogo di G.Bruno- dopo che un certo Laiguel Lavastin, medico, "le diagnosticò nel loro comportamento un vero e proprio spirito infernale che vi animava odio e vendetta che si diffondeva alla stessa stregua di un'epidemia diabolica ben percepibile nelle urla e blasfemi (probabilmente non avevano fatto altro che non rispettare l'imposizione del silenzio). Per tutto questo ne rispose Urbano Grandier il quale fu messo al rogo".

Il passaggio del malato dall'ambito religioso a quello medico è nel segno del "SIGILLUM DIABULI" dove un chirurgo (alla stessa stregua della trapanazione del cranio come esorcismo) ne verificava l'accusa con la prova del salasso, cosicché l'esorcismo si dissolveva nel passaggio dalla stregoneria all'infermità mentale: La soluzione finale è, già dal 1649, nel vedere tali individui come malati da non prendersi sul serio nelle loro dichiarazioni, BISOGNOSI D'OSPEDALE -dove in quel periodo se ne costruivano a volontà e ne occorreva creare domande. In questo conflitto d'interessi tra religiosi e medici ne erano strette le "streghe" -i "malati"- senza alternative e senza scelta alcuna: proprio in quel periodo gli ospedali si conformavano definitivamente a carceri sia nella loro struttura a "crocera" -vedi panottico- sia nel modo di operare, tanto che gli inermi infermi erano maltratti dal personale già allora denominato "i prezzolati" (termine attuale per indicare i secondini carcerari).

Se gli stregoni concepivano la vecchiaia l'effetto di una possessione diabolica oggi si vede l'anziano espiare tale condizione nel vedersi accentuare il rituale medico nelle visite ed esami clinici obbligatori. I poveri, gli anziani e, in generale, gli svantaggiati sono per la medicina moderna non più posseduti dal demonio ma dalla doppia possessione -riportata all'inizio della prima parte del post omonimo- ; essi sono solo oggetto di consumo di farmaci, di test da esami clinici; cavie sottoposte ad infezioni per incurie ospedaliera -siano queste date dalla comparsa di piaghe da decubito, da cateteri (perlopiù utilizzati anche per evitare lo sforzo di accompagnarli al bagno o cambiargli i pannoloni) e, seguendo l'osservazione del medico Semmelweis dagli sporchi chirurghi e personale ospedaliero in generale. Il trionfo batterico sugli antibiotici viene bene a chi ci specula sopra tanto che il disgraziato che ne viene fatto contaminare in ospedale deve poi subire un vasto repertorio di antibiotici vari a danno della sua salute per gli effetti collaterali.

1) L'efficacia delle muffe guaritrici (odierni antibiotici) era già conosciuta dal 2000 a.C. in Cina, dove si curavano le infezioni epidermiche con muffa di soia; lo stesso valeva per gli indiani d'America ma attraverso mais ammuffito.

2) Il concetto di "batteriofago" alla base della dinamica degli antibiotici non origina dai medici ma da un idea di un autodidatta, vissuto nel 700, un certo Boile che, per questo, fu accusato di ciarlataneria ed espulso dal suo paese proprio da una massima rappresentanza dei medici, il celebre medico Astruc.

3) Fleming scopri l'effetto antibatterico della muffa per puro caso (spore di muffe studiate nel vicino ospedale volarono nel suo laboratorio sulla sua cultura in vitro, giacente quasi abbandonata da Fleming, e causarono l'effetto refrattario ai batteri).

4) Oggi dopo circa ottanta anni dalla "scoperta" di Fleming, l'efficace cura millenaria delle infezioni attraverso muffe, dopo che è stata sistematizzata dalla medicina, è stata quasi del tutto, da questa, neutralizzata.