domenica 5 maggio 2013

Liberazione dalla Vivisezione. Mai più Lager.




Nel video il dibattito è quello che si riesce a ottenere quelle volte in cui gli animalisti riescono a farsi sentire.  La vivisettrice fa appello anche a tutti i successi ottenuti sugli animali dimenticando che ogni volta che si ha un successo lo si pubblica immediatamente lasciando poi cadere sul fallimento che segue più o meno a breve raggio.  Insomma se si informasse, alla pari degli pseudo-successi, anche di tutti i fallimenti che seguono ad un "successo" iniziale ci si renderebbe conto del più che significativo livello fallimentare della pratica vivisettoria. Giustamente, sottolinea la biologa, favorevole alla sostituzione con i metodi alternativi -quindi, come tali, non scientifici come la vivisezione stessa seppur nettamente migliori e meno crudeli di quest'ultima, cioè dell' obsoleta pratica vivisettoria-, non viene comunicato nulla di ciò, di come e quanto si fa all'interno della sperimentazione: manca la trasparenza.  Segue che la conduttrice converge il discorso sui blitz liberatori delle cavie e la biologa assicura che la L.A.V. non ha mai fatto blitz... (però la biologa è giovane e la L.A.V. fu fondata 36 anni fa...).  La vivisettrice sottolinea che si deve dialogare e fare informazione. Quale informazione se non sono trasparenti? I rarissimi vivisettori che poi obiettarono sull'efficacia della vivisezione furono censurati e pesantemente penalizzati ed espulsi. E da dove proviene tutta l'informazione anche tramite foto, video e condizione degli animali liberati da blitz se non da quest'ultimi?  Ma poi chi è che si accusa di aver fatto un blitz, quando questi sono passibili di reato.   Reato?  Se non vi è trasparenza e informazione è più che lecito cercare di informarsi!  E', quindi, merito dei blitz se oggi finalmente si è riusciti a fare un minimo di trasparenza di ciò che la fallace e crudele vivisezione realmente è.  
  Durante la manifestazione antivivisezionista del 28 Aprile scorso abbiamo brevemente incontrato una persona dei dodici coraggiosi liberatori dei cuccioli internati nel lager di Montichiari Green-Hill e alla domanda sul trauma dell'internamento carcerario di tre giorni ci ha risposto che il trauma è stato quando gli hanno strappato il cucciolo dalle mani, per poi restituirlo al suddetto lager -e sopprimerlo perché alterato dall'ambiente naturale che ha compromesso la condizione artificiale, indotta per ottimizzare lo pseudo successo vivisettorio, cioè, cane non più valido per vivisezionarlo...Questa sarebbe la scienza dei vivisettori di cui si deve necessitare di metodi alternativi per liberarsene.