martedì 24 gennaio 2012

Giacinta di Fatima Delizia Cirolli G.L.E e Madre Coraggio. da Fatima a Lourdes

Nei due precedenti post abbiamo discusso sul martirio ospedaliero della veggente di Fatima, Giacinta. Invece, nel post dal titolo "Confronto con RAI Storia.." abbiamo confrontato le scelte sul ricorso ospedaliero di due ragazze che, gravemente ammalate, si recarono a Lourdes: quella che rifiutò l'ospedale dall'inizio fino al periodo di massima crisi (dopo un periodo di miglioramento), ne usci guarita completamente; l'altra, che si fece ricoverare sia prima che durante suddetta crisi post-Lourdes, ebbe esito infausto pur avendo condizioni meno gravi della prima, Cirolli.
Delizia Cirolli sembra aver risposto a Giacinta di Fatima, infatti, quest'ultima, cercò in tutti i modi di evitare il ricovero ospedaliero ma le forti pressioni sulla madre, da parte del medico ospedaliero, Lisboa, la coinvolsero di responsabilità nei confronti della figlia, la quale, poi, di conseguenza, morì tra le atroci sofferenze delle medicazioni post-chirurgiche e del ricovero in ospedale in sé. Sorte che non toccò a Cirolli -la cui madre rispettò la sua sua volontà non ricorrendo all'intervento medico ospedaliero- che, come la "medium" Palladino nei confronti di Bernadette (vedi precedente post sulla Palladino)- sembrò riscattare la volontà di Giacinta.

Nell'immagine una foto di giornale del 27 Gennaio 1973.
L'immagine segue dal post immediatamente precedente al presente post.

martedì 17 gennaio 2012

Giacinta di Fatima C.Wotila O. Rajneesh I. Illich: 1x4 Da Fatima a Montemario

Nel precedente post dal titolo "Martirio ospedaliero di una veggente" abbiamo considerato e approfondito il "calvario" della Veggente di Fatima, attraverso la sua biografia, dal carcere alla costrizione nel far da cavia in ospedale. Infatti, la giovanissima veggente aveva scelto di tenere fede su quanto da lei sostenuto di aver sentito e, nonostante i suoi rifiuti di ospedalizzazione alle insistenze del medico ospedaliero, fu comunque costretta a al ricovero. Tale costrizione non fece altro che arrecargli atroci sofferenze fino allo stremo, alla morte, a soli dieci giorni dall'operazione chirurgica -ritenuta, dagli stessi medici ospedalieri un successo-; non aveva paura della morte e nemmeno la ebbe quando fu imprigionata e minacciata -anche di morte- ma aveva terrore degli ospedali! Così come ne aveva terrore Osho Rajneesh e dall'altra ne aborriva anche Ivan Illich. Quest'ultimo sperava, in ultimo, in una morte "improvvisa", ma, poi, pur colpito da un male incurabile rifiutò il ricovero. Osho subì un'ingiusta prigionia -come la suddetta Veggente- negli U.S.A. (Vedi il post precedente dal titolo "Rajneesh Illich Frank Reich: 3X1) dove ne uscì contagiato dal Tallio mischiato nel cibo. Anch'egli rifiutò il ricovero ospedaliero.

Finora ci siamo orientati più sulla biografia che sul Messaggio di Fatima di per sé e ne rimandiamo il lettore a tutti i non pochi libri, documentari , dibattiti in rete ecc. su tale questione. Comunque, sempre attenendoci alla biografia, possiamo approcciare il messaggio specifico recepito dalla veggente Giacinta -quale, del vescovo vestito di bianco che, sofferente, sale su un monte dov'è una squallida città piena di cadaveri con uomini in uniforme che lo colpiranno con pistola e coltelli, e si ritroverà in una grande sala, in ginocchio, davanti ad un tavolo e piange. Per quanto riguarda le due figure con i recipienti pieni di sangue da versare (trasfusione) ciò si commenta di per sé nel contesto in questione.. Nel post suddetto dedicato alla Veggente abbiamo visto il parallelo che la gemella a Papa Wotila, che colpito con la pistola sarà costretto a salire, sofferente, su Monte-mario fino alla squallida cittadella (ospedale -policlinico gemelli-) di cadaveri ed "uomini in uniforme" (camici e bisturi- già lancette chirurgiche) e si ritroverà nella grande sala (ospedaliera), esausto, lacrimando, in ginocchio davanti ad un tavolo (operatorio). Ciò racchiude la prima e l'ultima volta del suo "calvario" su tale "Golgota".

Così, come Giacinta fu obbligata a disattendere la sua fedeltà nell'essere obbligata al ricovero ospedaliero, lo stesso accadde per la sua cugina Lucia, anch'essa veggente di Fatima, che, una volta ammalatasi, dovette mettere in dubbio quanto riferito sulla sua missione -cioè la garanzia che sarebbe vissuta almeno oltre il periodo in cui doveva riferire l'ultimo segreto: 1960- in quanto obbligata dal vescovo Da Silva, che confidava più sul referto del medico, a mettere per iscritto ben 18 anni prima del 1960 quanto riferito per conservare il messaggio nel timore di una morte prematura al periodo suddetto-.

Gli ospedali sono luoghi non solo anticostituzionali ma anche blasfemi perché, indipendentemente da tutte le nefandezze finora rilevate, ostacolano vilmente nell'ottemperare ad almeno ad un comandamento biblico ed altrettanto per un sacramento evangelico.

Il video è parte di un film che tratta sulla situazione del Mozambico prima della sua, chiamiamola"consacrazione", dai colonizzatori (1974-1975). Nel 1975 (Anno Santo) vi fu un importante cambiamento: il dimezzamento del tempo da un Anno Santo all'altro. Indipendentemente dal mero film suddetto, sta invece, di fatto che, nel 1974 (prima della liberazione del Mozambico dall'oppressione colonizzatrice) i missionari cattolici già in missione in Mozambico presentavano un loro documentario che filmava scene di crudeltà e atrocità commesse dai colonizzatori sugli abitanti di questo paese; ricordiamo benissimo, ad esempio, la scena, reale, di coloni che giocavano a palla con la testa dei patrioti, della resistenza del Mozambico, da loro decapitati -Per chi volesse accertarsi sul documentario può farne richiesta ai missionari cattolici che si occuparono del Mozambico negli ultimi anni dell'occupazione.