domenica 7 dicembre 2008

"Italiani brava gente", "Uomini contro" e...Partigiani

Ci siamo nuovamente recati al Museo della Resistenza e Liberazione di via Tasso in occassione di un evento eccezionale: il novantesimo compleanno di un valoroso partigiano. La memoria è ancora viva e tra i ricordi di chi è sopravvissuto ai lager non poteva, proprio in ultimo, mancarvi un riferimento agli ospedali. In chiusura dell'evento un altro valoroso partigiano, Bentivegna, raccontando la sua storia, narrava brevemente anche di quando dovette rifugiarsi dai Nazisti nei sottopassi del Policlinico, e qui, sfamato da una suora e da qualche operatore sanitario. Mentre raccontava l'episodio accenava un senso di riconoscenza per una tale singolare "ospitalità". Ma, conoscendo la storia degli ospedali non vi è nulla di questo specifico episodio che possa suscitare emozioni . Infatti, gli ospedali nascono come luoghi di ricovero; dei rifugi che accolgono i senzatetto in difficoltà, gli emarginati etc..Tali luoghi erano completamente presidiati da religiosi; i medici, esterni o condotti, intervenivano solo se chiamati. Col passare del tempo e l'incalzare delle epidemie il suddetto presidio passò definitivamente alla categoria medica. Gli effetti collaterali tra i due ordini, professionale e religioso, non furono così tenui, ad esempio ne seppe qualcosa Don Lattanzio, superiore del convento di frati "S.Anna" -di Prato- che venne sfrattato assieme a tutto il suo seguito dopo una dura battaglia con la sanità di Firenze per evitare di far adibire tale luogo a ospedale lazzaretto. Comunque, gli ospedali mantengono ancora una reminiscenza dello scopo per cui furono realizzati; anche oggi è possibile vedere negli androni, specialmente del Pronto Soccorso, dormire alla meno peggio qualche senzatetto che giustifica -all'altrettanto meno peggio- il microscopico "presidio" rimasto ai religiosi, vaganti in tali istituti spesso in camice bianco sovrastante quello nero talare.

Morale della storia: Primo, è che se consegnavano il suddetto partigiano ai nazisti oppure gli chiudevano la porta in faccia compromettevano gravemente lo scopo originario che giustificava la presenza religiosa in tali luoghi; Secondo punto è che, nel bene e nel male, gli ospedali non sono mai stati controllati; e, da come riferito, nemmeno nel periodo della feroce dittatura nazista.

lunedì 24 novembre 2008

Totò::Il calzolaio del rione Sanità

In un programma RAI di qualche giorno fa, esattamente "Voyager", si è dibattuto sulla nuova scoperta, di F.Vinci, che vede la storia omerica dell'Odissea svolgersi non più nei nostri mari ma in quelli del Nord, perlopiù nel Baltico. Ma ciò che ha fatto rimanere perplessi è stato anche un intervento di un critico letterario, di fronte alle evidenze di un'Odissea nordica, il quale difendeva la vecchia tesi con il mero fatto che lo studioso e ricercatore Vinci non era uno specialista. E', infatti, risaputo che di tutte le fasce di specialisti e di dottori di varia estrazione e professione non vi è alcuno, che di fronte a questioni che riguardano il suo ambito si accertasse della "estrazione corporativa" di chi aveva a che vedere, tranne i medici, ad esempio, con la loro domanda "..ma che è medico lei?..!!!
Abbiamo riportato il seguente video anche in risposta ad un lettore del presente blog che, in merito ai post sul problema del razzismo, ha voluto raccontarci di quanto accaduto tempo fa (fine gennaio 1977), quando trovandosi all'Ospedale di Bressanone per una frattura alla gamba si è visto chiudere il Pronto Soccorso perchè ora di pranzo. Dopo una lunga attesa e l'aumentare della fila di infortunati, tra questi si è sentito qualcuno urlare esasperato "terroni"...immediatamente il medico di turno, dopo aver fatto confessare il "reo", mise in moto la sanzione e fece castigare l'uomo nel porlo ultimo della lunga fila.

mercoledì 22 ottobre 2008

Solidarietà medico-razzista ospedaliera


Nella foto si vedono indigeni africani scrutare nei microscopi. Che cosa cercano? Probabilmente li hanno messi a lavorare per debellare le malattie importate dai colonizzatori -anche se dicono di cercare le cause nella mosca Tze-Tze...ma le mosche non infettano la sifilide, scomosciuta in Africa prima delle colonizzazioni:. molte malattie e le peggiori epidemie sono state importate dai colonizzatori ai colonizzati a partire dalla fine del 1700. Nel seguente sito di Yahoo Answer Italia dal titolo: "Immigrazione emalattie. Può esserci pericolo?"
Troviamo il seguente post--
"Veniamo alla quaestio principale. Alcune malattie in Italia e in Europa erano state quasi debellate. In primis Tubercolosi e poliomielite. I flussi migratori da Paesi ad alta incidenza endemica hanno portato a una recrudescenza di queste malattie. Secondo i dati di AMREF sulla TBC, per esempio,(quindi associazione "non sospetta di razzismo") "la storia naturale della malattia è cambiata negli ultimi anni, passando da malattia cronica o di riattivazione dell’anziano a problema del giovane adulto, spesso immigrato" e "continua a costituire una parte assai significativa ( fra il 40 ed il 50% di tutti i nuovi casi annualmente) la TB negli immigrati"."--
Il fatto che tutto ciò rappresenti un grido di allarme viene confermato dagli interventi dei lettori del sito che suggeriscono di vaccinarsi subito, oppure di aumentare ed inasprire i controlli sanitari su ciascun immigrato prima che arrivi in Italia e così altre proposte etc. Sono risposte che ci si aspettava: l'associazione Onlus AMREF ha il principale obiettivo di seminare ospedali e trapiantare con questi le lobbies farmaceutiche, le stesse che omettono le controindicazioni nelle confezioni di medicinali da esportare nei paesi "bisognosi" e, chiaramente tutta la malasanita' che può arrecare un ospedale, vera industria della malattia.. Intanto le più pericolose epidemie provocate dagli allevamenti intensivi o zootecnici (vedi i precedenti post sulle epidemie -mucca pazza, aviaria e SARS) trovano i mezzi di diffusione jet via area più veloci delle mosche tze-tze: Non vi sarebbe nessun medico disoccupato e nemmeno numero chiuso alla facoltà di medicina se tale categoria riuscisse all'obbligo di visite mediche per ogni passeggero all'arrivo o alla partenza di un aeroporto alla stessa stregua di come si vorrebbe per gli immigrati -o anche di come attualmente un tale trattamento gli viene applicato.

domenica 28 settembre 2008

Il partigiano Marincola e lo sciacallaggio medico

Lo studente Giorgio Marincola a 23 anni abbandonò la facoltà di medicina preferendo partecipare alla resistenza. Combattè fino alla fine della guerra quando uno degli ultimi proiettili gli negò di vivere, vivere la libertà che aveva contribuito a riscattare dalla feroce dittatura. Marincola abbandonò la facoltà di medicina ad un passo dalla laurea, e così, invece di finire a concretizzare le ambizioni di ogni studente di medicina in carriera e profitti, il suo spirito critico, volto anche contro chi aveva usurpato, colonizzato il suo paese (Somalia), lo volse a tale fatale scelta. Per questa sua grande volontà di giustizia, se Marincola fosse sopravvissuto avrebbe aumentato il numero di quei rarissimi medici - il cui numero non raggiunge quello delle dita di una mano- buttati fuori dagli ospedali e istituti di ricerca medico-vivisettoria per aver divulgato errori, truffe e tutte le nefandezze che vi si consumavano. Di contro Marincola fu insignito, già defunto, della laurea causa ad honoris in medicina e chirurgia, nel 1946. Un "onore", questo, che pesa come la famosa scritta in cima alla Croce. Infatti, l'allora defunto Marincola ebbe suddetto "onore" da sua altezza reale Umberto di Savoia principe di Piemonte luogotenente generale de Regno: "In nome cioè di quella decadente monarchia che Giorgio, azionista, non doveva amare e che si era resa complice delle nefandezze del fascismo, dalla soppressione di ogni forma d libertà alla repressione di ogni genere di dissenso, dalle leggi razziali al coinvolgimento nella guerra al fianco della Germania nazista" -Dal libro Razza Partigiana. Quindi eletto dai medici eccellenti, soprattutto ospedalieri, che firmarono (oltre il 50%), senza scrupolo alcuno, la Carta della difesa dei Diritti della Razza.

mercoledì 17 settembre 2008

Il razzismo medico-ospedaliero



Nel momento in cui si stava raggiungendo un buon livello di garanzia, attraverso i controlli, sul trattamento dei malati ospedalizzati e, in generale, sulle strutture ospedaliere stesse, vantando così migliore qualità sanitaria sugli altri paesi, si è spostato il controllo da queste alle popolazioni. Si è così invertita la situazione: non è più la popolazione che fa controllare le isitituzioni sanitarie ospedaliere ma sono quest'ultime che sono ritornate a controllare le popolazioni, quasi esattamente come nella dittatura medico ospedaliera in caso di epidemie (vedi i post precedente/i su tale argomento). Una tale inversione di controllo si è subito riversata sui più deboli, emarginati, nomadi, e altri migranti dai paesi poveri tanto che la situazione è degenerata nell'opposto, cioè nel rafforzare il razzismo. Così, episodi di razzismo hanno trovato via libera a causa dell' indebolimento dei controlli nelle strutture ospedaliere; riportiamo uno di quelli in cui si ha avuto il coraggio di denunciarlo e di pubblicarlo:
"Un po' di tempo fa, un'amica emigrante è stata convocata da un noto ospedale della capitale -Roma- per una serie di accertamenti legati a una campagna di prevenzione. Gratis. "Altro che malasanità!", si è detta. Ricovero, accertamenti, diagnosi ed eventuale cura, tutto gratis e in tempi brevissimi! Dopo un primo momento di incredulità, ha accettato, piena di ottimismo. La mattina dopo alle sette si è presentata a digiuno in ospedale. I prelievi, però, per un piccolo disguido sono stati rinviati al giorno seguente. A quel punto sarebbe dovuta passare all'esame di un misterioso macchinario, azionato da una dottoressa che, per colpa del traffico, è arrivata alle due .nell'attesa la mia amica ha conosciuto un'altra signora straniera, proveniente dall'Europa dell'est. Parlando, hanno scoperto di essere lì per lo stesso motivo."vuoi vedere che ci hanno chiamato perché siamo straniere!", ha scherzato la mia amica. Per quel giorno, però, era impossibile svolgere altri accertamenti. Il resto veniva rinviato all'indomani. Il giorno dopo, la mia amica è stata sottoposta a un test che consisteva nel fare un prelievo di sangue ogni quarto d'ora per 2 h consecutive. Si chiama clamp test. Dopo circa un'ora, le sue vene hanno fatto quello che lei non aveva avuto il coraggio di fare: si sono rifiutate di collaborare."non importa", le hanno detto,"domani faremo un test molto meno traumatico e più affidabile. Tranquilla!".ma se era meno traumatico e più affidabile, perché non farlo subito? E poi non doveva essere un ricovero di 24 h?a quel punto si è ricordata l'articolo 32 della costituzione italiana:"nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge". Alle ore sei del mattino successivo un'infermiera burbera, scelta evidentemente per questa sua qualità, si è presentata con il materiale di contrasto:"dai, bevi, sbrigati! Bevilo tutto!". La mia amica si è rifiutata di bere e ha chiesto di essere dimessa, ma ha dovuto aspettare altre 4 h l'arrivo del medico. Lui, molto confidenzialmente l'ha informata che era una"stupida", perché gli esami successivi sarebbero stati meno traumatici. Lei non gli ha dato retta. E ha fatto bene: la signora dell'est, dimessa quattro giorni dopo, lei ha raccontato che mentre il dottore seguiva su di lei l'esame ginecologico per excellence, le rivolgeva le seguenti domande:"ma cosa sei venuta a fare qui? perché non te ne torni al paese tuo? L'articolo 32 si conclude così: "la legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana". -Articolo, di Helene Paraskeya, apparso sul settimanale "Internazionale", n.726, p.29, 11 Genn.2008-.
Tutto ciò non è che uno degli innumerevoli episodi di razzismo ospedaliero molti dei quali passati inosservati per ancora, nonostante tutto, insufficiente controllo all'interno di queste infami istituzioni. Attualmente si è allentato il, già piccolo, giro di vite sul controllo negli ospedali; stampa e televisione non ne parlano praticamente più, e così continuano gli abusi, gli errori, e qualsiasi altre nefandezze scotomizzando a chi potenziale utente.

giovedì 11 settembre 2008

Blitz Campo Nomadi: tutti in quarantena; arrivano i nostri!

Di nuovo alla carica la Croce Rossa -o primi medici senza frontiere- per il censimento e obbligo del.."passaporto sanitario". Questa volta hanno le prove del reato: la refurtiva al campo nomadi al Casilino 900. La refurtiva consta: di scarti di pezzi di computer (gli stessi che non sappiamo smaltire e "regaliamo" al Terzo mondo); Avanzi di magazzino, quali coperte e lenzuola ancora imballati; cianfrusaglie cinesi, dette anche cineserie (spesso di fabbricazione partenopea); motorini con numero di telaio cancellato (sono quelli che troviamo per strada abbandonati dai proprietari che cancellano il numero di telaio per non farsi identificare e non pagare la demolizione); una coppia di "gruppi elettrogeni" (cioè accumulatori o batterie) mai usati, sicuramente di vecchia generazione; e altre paccottiglie. Le forze dell'ordine hanno scambiato una discarica per una refurtiva pretendendo così l'autorizzazione a procedere, con più impeto, alla Croce Rossa.
Sembra sia stato trovato anche del filo elettrico sottratto alla linea elettrica pubblica (con conseguente breve interruzione di corrente) al giusto fine di realizzare pentole e altri utili arnesi...ma quanto costa il rame? Qualche euro per un quintale. Non era enormemente meno dispendioso forniglierlo piuttosto che spendere tutto i l tempo e denaro per le "grandi manovre"?

martedì 9 settembre 2008

ENGLARO CRISAFULLI: DUE FACCE DELLA STESSA MONETA

Da una parte la tenacia dei parenti Crisafulli nel resistere alla "sentenza di morte" che giungeva da medici più o meno eccellenti di più ospedali, nazionali ed esteri. Dall'altra, la disperazione del genitore Englaro sul lungo calvario, del silenzio, di assenza di risposta, dalla disgrazia accaduta alla figlia.
Aldilà dell'eutanasia. Due scelte unite da un'unica realtà: il fallimento e l'errore della "diagnosi" e "cura" medico ospedaliera. Due mandate a quel paese all'eccellenza medico-ospedaliera: una contro l'errore diagnostico, per la vita; un'altra contro il fallimento, per farla finita....Due facce della stessa medaglia..di bronzo, come la faccia dietro la mascherina.

giovedì 28 agosto 2008

L'induzione (spinta) al suicidio della turista tedesca violentata da parte dei medici ospedalieri

Se si è riusciti a non suicidarsi dopo una violenza sessuale ancor più difficile lo sarà per il forte trauma nel non essere creduti, nell'aver subito una tale aggressione, sopratutto da autorità delegate a confermarla. La stessa sicurezza senza prudenza alcuna e superficialità dei medici ospedalieri del S.Rita la si è ritrovata nei medici ospedalieri che non hanno confermato l'avvenuta violenza sessuale ai danni della turista tedesca violentata a Rovigliano (Napoli). Ciò tradisce il fatto che la stessa situazione sià avvenuta già per altre donne violentate costrette - per questa chiamiamola pure omertà di chi delegato a riscontrare l'avvenuta violenza- a rinunciare alla denuncia. Nel precedente post "Bellezze in bianchi camici e...spalline" abbiamo riferito di quanto sia facile che una paziente danneggiata, suggestionata e intimorita dall'autorità delle lobbies medico ospedaliere, rinunci a fare denuncia -specialmente se ha già problemi economici-. Insomma, in tutti gli episodi di malasanità pari a quello accaduto per il suddetto ulteriore trauma alla turista tedesca, non si dovrebbe avere alcuna incertezza nel denunciare i medici ospedalieri di induzione (spinta) al suicidio (oltre tutto, ad una persona in estremo stato di abbattimento psico-fisico da trauma d'aggressione).

martedì 26 agosto 2008

Aggressione a turista tedesca: violentata da balordi e umiliata dai medici ospedalieri


Dall'aggressione della turista tedesca a Rovigliano (Napoli) vogliamo credere che le violenze sessuali non saranno più confermate dai medici ospedalieri. I medici ospedalieri non sono riusciti a riscontrare la violenza sessuale ai danni della turista tedesca. Se si dovesse verificare il contrario -cosa ormai certa attraverso indagini, non mediche, di polizia- si sgraverebbe la donna aggredita dall'ulteriore umiliazione nell'essere obbligatoriamente oggetto di indagini mediche per riscattare giustizia. Comunque, l'errore dei medici ospedalieri ha già avuto delle conseguenze a danno della turista tedesca, che si è vista mettere in dubbio il gravissimo episodio subito dopo averlo subito. La responsabilità dell'errore medico avrà poi delle conseguenze sempre a danno della stessa parte lesa perchè nell'accusa, attualmente, si riporta solo sequestro di persona, rapina e violenza sessuale ma non vi si aggiungono lesioni. Questo è un episodio da giudicare di malasanità dove la vittima, oltre tutto, non verrà risarcita: la violenza sessuale implica sempre delle lesioni in quanto, anche da come viene riportato nei testi di ipnosi e sofrologia, vi è sempre una resistenza psico-fisica nel far si che si attui una violenza -sopratutto di quel genere- ai propri danni..anche con una pistola puntata. Violentata da balordi e umiliata da altri "professionisti".
Nella foto...il corpo (pezzo) del "reato".

martedì 29 luglio 2008

Prove medico-sperimentali sulle cavie nomadi Rom

Tutto ciò che abbiamo scritto nei quattro post (incluso "La drammatica resistenza del popolo di Erbè) sulla peggiore dittatura, quella che si attua attraverso misure mediche in caso di epidemia, sta oggi cominciando ad applicarsi. Anche in assenza di una qualche epidemia stanno rendendosi applicabili le misure suddette per voluto "stato di emergenza" in luoghi ritenuti non igienicamente a misura di metropoli. Chiunque voglia partecipare in vivo al confronto tra quanto scritto nei suddetti quattro post si può recare al Campo Nomadi Rom al Casilino 900 di Roma: in questo luogo si sta attuando una "bonifica" medico-sanitaria -da presidio ospedaliero- da "pestilenza" con susseguente poliziotto-piantone permanente.

giovedì 24 luglio 2008

pulizia etnica sanitaria: paramedicina ospedaliera

Tutto quello che abbiamo scritto nei tre blog precedenti sulle regole delle peggiori dittature, quella sanitaria in caso di epidemia, che colpiscono soprattutto i poveri sta, ora, venendo applicata ai gruppi Rom, Sinti, Camminanti e altri gitani. Questi gruppi esistono da sempre, anche prima delle popolazioni sedentarie, che stanno nuovamente a perseguitarli accusandoli di essere brutti, sporchi e ladri nonchè portatori di malattie, un "inferno" che solo degli angeli possono sanare, per giustificare un intervento sanitario imposto, che maschera, sopratutto, un censimento-schedatura. Questo compito è, chiaramente delegato al corpo militare, quello della Croce Rossa; un'infingardezza da schiaffo camuffato da carezza che richiama l'ipocrisia di chi imponeva -Trattamento Sanitario Obbligatorio (T.S.O.)- un controllo sanitario da passaporto sanitario all'epoca della dittatura sanitaria per epidemia: "..se ci fossero malati poveri che non potessero curarsi di medicamenti e vitto, il pubblico li provveda di quanto sia necessario acciò non infettino gli altri". I nomadi hanno una loro cultura e tradizione pari se non migliore di quella delle popolazioni sedentarie. I nomadi non hanno chiesto, nè gli sono stati imposti, interventi sanitari e passaporti perchè, da sempre c'è un rispetto reciproco in tutto il mondo fra entrambe le popolazioni (nomadi e sedentarie) in quanto i nomadi hanno preferito uno stile di vita originario dell'umanità, quello "transnazionalista". Finora i nomadi hanno conosciuto le galere e i lager dei popoli sedentari, ma oggi si pretende che il loro obbligo alle istituzioni si estenda a quelle sanitarie-ospedaliere e scolastiche (dove, comunque, si obbliga anche a visite mediche e cliniche nonchè alle vaccinazioni). Insomma, oggi le popolazioni sedentarie possono cominciare a vantare un controllo sulle popolazioni nomadi -in prima linea una sorta di panottico ospedaliero in "trasferta"- e, così, man mano "integrarle" -leggasi "omologarle"- all'unica ed imperante cultura e stile di vita del popolo sedentario, di cui ai nomadi ha molto rubato e brevettato (fatto proprio per fini di lucro).
Nelle foto la Croce Rossa sembra andare dalla parte sbagliata  per censire i nomadi.

lunedì 21 luglio 2008

Bellezze in bianchi camici...e spalline


Sono le crocerossine.
Perchè indossano, sul camice, le spalline?
Certamente, nel loro servizio paramedico includono anche l'ambito militare, ma il motivo non è nè estetico nè compatibile col messaggio di austerità che impongono le spalline. La verità proviene dagli studi di etologia, ma, conformandoci al contesto paramedico delle crocerossine, consideriamo l'interpretazione psichiatrica (vedi L.Cancrini, "dialoghi col figlio"): le spalline riprendono il comportamento delle scimmie e di altri animali di fronte a coloro che vogliono intimorire, suggestionandolo, nel sollevare, il più possibile, le spalle e il pelo (ad esempio le scimmie, gli orsi), la schiena (vedi il gatto) etc. Quindi il ruolo delle spalline delle "tenere" crocerossine è proprio quello dello scimmiesco. Esse vanno di pari passo con l'atmosfera austera degli ospedali e di chi ci lavora.
Le CONTROINDICAZIONI di questa parvenza sono serie ed anche gravi per chi la subisce; questo post muove da due recenti incontri a Roma con due giovani: La prima ci ha raccontanto di essersi fratturata un piccolo osso del piede correndo e di aver subito poi un'errata ingessatura, seguita da un'altrettanta errata operazione chirugica, in ospedale, che ha provocato già nel giro di pochi mesi delle deviazioni dell'assetto del piede. La seconda ci ha raccontato di essersi estratta un dente del giudizio (cresciuto deviato) e che nonostante l'assunzione di ben due scatole di antibiotici diversi, entrambi a dosaggio 1000 (uno era l'"augmentin-1000"), prescritti dallo stesso medico dentista, subiva una gravissima setticemia con conseguente ricovero ospedaliero e operazioni chirurgiche di tracheotomia e nell'area, del linfonodo, mandibolare.
Entrambe le storie interessano in pieno la malasanità. Le due pazienti non se la sono sentita di denunciare; più che altro si sono rivolte agli stessi medici: la prima perchè riteneva che il medico ospedaliero era bravo (perchè non l'ha ammazzata. Anche i pazienti del S.Rita, tagliati a pezzi, e talmente suggestionati e intimoriti, tralasciavano di denunciare per il semplice fatto che erano ancora vivi-n.d.r.). Infatti era talmente bravo che gli affidarono i dati clinici pre-operatori originali -che provavano il grave errore del medico dentista- che il "bravo medico ospedaliero" guarda caso, smarrì.
La seconda paziente non denuncia perchè preferisce incontrare e parlare, di nuovo, col medico ospedaliero che l'ha operata.
Insomma, da entrambe le storie, risulta che le due protagoniste -sopratutto la seconda- hanno riferito che volevano stare tranquille e non avere fastidi; nonostante che i fastidi e le spese, che avrebbe, poi, comportato con il tempo la conseguenza dell'errato percorso clinico, saranno molto più fastidiosi e dispendiose. Ne consegue che entrambe avevano timore di queste figure professionali che, vedevano pari a autorità spirituali.
Nella figura di sopra compare il volto dell' attore comico F.Lechner (in arte Bombolo), dall'atteggiamento suggestivo di chi vuole sovrastare, dominare o intimorire (osservate il collo allungato, il mento e le ciglia sollevati). Quando vedete un camice con le spalline pensate a questa immagine, del bravisimo attore Bombolo.

venerdì 20 giugno 2008

Veganismo VS Zootecnia Epidemia Ospedali 3° parte


Proseguiamo il tema sul Veganismo contro la zootecnia. Nei precedenti post abbiamo visto come la zootecnia sia nefasta non solo per gli animali, sia in contenzione zootecnica che non (si ricordi la più grande strage di cani uccisi perchè ingiustificatamente accusati di essere i portatori di peste; e, recentemente, la strage di volatili per "sicurezza" dall'epidemia di aviaria, originatasi dalle industrie zootecniche) ma anche per gli umani sopratutto poveri.
Nel precedente post dal titolo "Loto Meccanico: anche l'eparina (anticoagulante) made in China" riportavamo quanto ascoltato da Radio Radicale -1 Marzo 2008- sugli effetti dannosi e mortali da somministrazione di eparina. Il suddetto annuncio ha anticipato di oltre tre mesi quanto oggi è stato diffuso in generale dai media (ad esempio, quattro pagine in Panorama di questa settimana). Le case farmaceutiche, alla stessa stregua di altre case di prodotti commerciali, hanno investito sulla economicissima mano d'opera cinese per la fabbricazione di farmaci, e così metterli sul mercato a prezzo concorrenziale. Tutto questo ha appesantito la Cina che sembra si sia ritrovata a gestire allevamenti per circa 1 miliardo di maiali per estrarre dai loro intestini gli ingredienti del farmaco (3.000 maiali sbudellati per 1 Kg di eparina grezza). Intanto, in questi mesi (almeno fino a Maggio) si è continuato a somministrare eparina senza togliere i lotti di farmaci sospetti dal mercato. Comunque, operazione, questa, di facciata perchè risulta impossibile distinguere l'eparina dannosa e, pertanto la si continua a somministrare. Che cosa abbia motivato l'aggiunta di estratto di cartilagine, con la sostanza letale, alla preparazione dell'eparina è ancora ambiguo: vi è chi asserisce che serviva per aumentare il peso (e venderla a maggior costo); oppure perchè, nonostante tutto non vi erano abbastanza maiali e quindi di (loro) intestini. Ma una risposta che ricade nel tema di questo post e che è per noi più attendibile (in Cina si è molto accorti e responsabili nel proprio compito o lavoro) è quella dell'epidemia dei maiali nel 2006, guarda caso proprio quando si stavano preparando, e aumentavano esponenzialmente, la zootecnia dei maiali su richiesta delle industrie farmaceutiche per l'estrazione del farmaco suddetto.
Inoltre, ci è sembrato -e invitiamo a fare un'indagine- che proprio nel 2007, almeno negli ospedali si preferiva ingessare agli arti inferiori con gesso, guarda caso, senza tacco! (anche senza che ve ne fosse il bisogno) - che obbliga all'immobilità- sopratutto ad utenti di una certa età (over 50) al fine poi da prescrivere l'uso quotidiano di eparina per tutto il periodo di ingessatura (dai venti giorni a circa un mese). Se così fosse confermerebbe ulteriormente l'intesa tra ospedali e industrie farmaceutiche ai danni dei loro utenti. Abbiamo visto come le stesse nefaste modalità di secoli fa per far fronte nei casi di epidemie non siano diverse da quelle odierne: il tragitto è il circolo vizioso descritto nell'omonimo post precedente.

venerdì 13 giugno 2008

Hospitalcrimes


I medici del "S.Rita" di Milano sono stati, in un certo senso, quelli che hanno operato -ingenuamente sicuri di sè- senza nascondere, criptare nulla, tanto che ne sono stati incolpati di ben cinque omicidi, e in più volontari; tutto questo grazie alla trasparenza di medici non proprio competenti professionisti del crimine.
Ma, se i medici "onesti" sono stati danneggiati dai loro colleghi, incompetenti del crimine, (come asserito dal medico ospedaliero U.Veronesi, cioè: "Questi medici hanno danneggiato anche i medici ospedalieri che sono onesti.." -o, meglio, che appaiono onesti) dovrebbero essere risarciti. Il risarcimento verrebbe effettuato per tutti i medici a cui lo si sia riscontrato ("onestà") a partire dalla modalità della loro assunzione in ospedale e per tutto il percorso operato nell'istituzione coatta fino ad oggi. Se, dovessero comparire errori di percorso allora il medico in questione non è un buon professionista (perchè si è fatto scoprire) e anche lui verrebbe annoverato ai suoi colleghi del S .Rita in quanto ha danneggiato gli altri colleghi "onesti". Però, in un certo senso sarebbe egli stesso anche onesto perchè ha accettato che su di lui si attuassero i controlli, la trasparenza. Ne consegue che Veronesi dovrebbe sostenere la politica del potenziamento dei controlli negli ospedali perchè è grazie a questi che oggi l'Italia può vantare, rispetto agli altri paesi -sebbene nei limiti del poco tempo trascorso-, una certa garanzia agli utenti di tali strutture. Di medici veramente onesti se ne contano meno delle dita di una mano: furono quelli che contestarono apertamente ciò che accadeva nel loro ospedale o istituto di ricerca medica-vivisettoria e che per questo furono cacciati a calci nel sedere da dirigenti medici eccelenti e, per giunta, anche radiati dall'albo professionale...così fu premiata la loro onestà. C'è oggi qualche medico o altro operatore sanitario, magari laureato, che, senza essere stato vittima di malasanità, abbia anticipato i controlli denunciando abusi, maltrattamenti, manipolazioni di dati clinici di cartelle? Insomma c'è qualche medico onesto che possa essere risarcito del danno etico causato dalla malasanità come pretende Veronesi?..!

venerdì 6 giugno 2008

Veganismo VS zootecnia, epidemie, ospedali 2° parte


Nella prima parte di questi scritto (vedi il post precedente) abbiamo dimostrato il seguente circolo:
Inquinamento ed appestamento di aria, terra e di fiumi -->Epidemie --> Ospedali --> aumento esponenziale del consumo di carne --> Corrispondente aumento di allevamenti --> Aumento dell' inquinamento ed appestamento di aria, terra e di fiumi --> Peggioramento dell'epidemia --> Ospedali...etc..
Di tutto questo circolo vizioso ne fecero le spese i poveri, sopratutto i senzatetto che, anche da sani, dovettero subire un più rigoroso Trattamento Sanitario Obbligatorio. La dittatura medica era anche subdola facendo passare l'obbligato stato di contenzione del povero senzatetto per un bene di quest'ultimo, come, ad esempio si può leggere sul seguente comunicato dell'epoca: "..se ci fossero malati poveri che non potessero curarsi di medicamenti e vitto, il pubblico li provveda di quanto sia necessario acciò non infettino gli altri". Chiaramente per "pubblico" si intende mettere il povero in quarantena o alle visite di controllo a spese del cittadino. Per quanto riguarda il povero colpito da contagio non era previsto alcun sostegno finanziario -come per chi, avendo una casa ne poteva rimanere dentro sebbene rinchiuso e peggio degli arresti domiciliari (vi si poneva, infatti, una guardia di sorveglianza)- se non quello di vitto e alloggio negli ospedali coatti, carcerari, con tanto di ufficiali sanitari (pari a secondini) divenuti poi permanenti...anche qui, come già visto per la città di Erbè, il povero non aveva nè scampo nè alternative. Anche gli uffici di sanità, da temporanei si tramutano in permanenti (1527) con la giustificazione della prevenzione ma continuando a colpire i poveri, gli emarginati in quanto la prevenzione era proprio concepita per loro: igiene di gente povera; passaporti sanitari come istituzioni; disinfezioni; densa trama di informazioni..per chi violava tali regole vi erano dure punizioni fino alla tortura (mancanza di passaporto sanitario). Ma come vedremo tutto questo rigore non ha abbassato la soglia di epidemia che continuava a crescere assieme agli allevamenti e al loro inquinamento ambientale e fetore.
...continua

mercoledì 28 maggio 2008

Veganismo Vs Zootecnia-Epidemie-Ospedali


Poco più di una decina di giorni fa si è svolto a Roma e a Parigi un raduno vegano (cioè di tutti coloro che rifiutano di mangiare animali e loro derivati). Per l'occasione si sono tirati in causa svariati motivi che giustificano nettamente un tale rifiuto: dalla scelta etica a quella del gravissimo danno ecologico che stanno arrecando le industrie zootecniche, e che, tra l'altro, impiegano l'80-90% delle risorse agricole mondiali -che potrebbero sfamare molto più dell'intera popolazione mondiale attuale- per alimentare gli animali allevati procurando, così, cibo solo ad una modesta parte della popolazione mondiale.
Ma i gravi problemi che causa la zootecnia non finiscono qui. Infatti, non si è considerata una ancor più grave conseguenza che stanno già arrecando le industrie zootecniche, cioè quella di essere vere e proprie industrie di "allevamento" di pericolosi virus, che finora hanno dato luogo a terribili epidemie, dalla "Mucca Pazza" (per aver tentato di convertire gli animali vegetariani in carnivori) alla S.A.R.S. (per aver manipolato l'animale -anche geneticamente- e l'ambiente in cui veniva costretto) fino all'Aviaria.
Nel precedente post dal titolo "La drammatica resistenza del popolo di Erbè" abbiamo visto come in uno stato di polizia medica, anche in caso di solo sospetto di epidemia, si operi con leggi ancor più restrittive di quelle che interessano uno stato di guerra o di "terrorismo".
Questa volta, considerato l'aver chiamato in causa i vegani, ci sposteremo in Toscana, l'attuale patria della "bistecca alla fiorentina". Ma, fiorentini e toscani erano grandi mangiatori di carne? -Risulta nettamente di no! Fino al primo trentennio del 1300, sul rapporto tra cittadini fiorentini e animali mattati, risulta un consumo di carne basso (poco più di un centinaio di migliaia di animali uccisi all'anno: 4.000 bovini; 50.000 montoni; 40.000 suini; 60.000 capre). Spostandoci poi in avanti di diversi secoli, fino a tutto il periodo delle epidemie di peste, colera, tifo risulta sempre un consumo di carni più che basso pari a circa 7 Kg a testa per tutto l'ann0 a Firenze e solo 10 Kg a testa in tutta Italia: il cibo dei poveri erano le verdure ed in genere i grani -cioè un vero pasto vegan. Ma questo andamento viene interrotto durante l'internamento negli ospedali , dove il consumo di carne diviene esponenziale fino a diventare secondo assoluto a quello del pane e seguito da quello del vino, uova e pollame. Con l'avvento degli ospedali si passa da un pasto praticamente vegan ad uno prettamente carnivoro, per le 10973 giornate di degenza si fecero consumare: 5.423 Kg di pane; 2.465 Kg di carne; 4.785 litri di vino: 1289 uova; 50 Kg di sale; 29 Kg di uva secca; 72 litri di aceto; 24 litri di olio; 18 polli. Dieta carnivora e scarsa in vitamine. Si aumentava il cibo di carne, ma già a quell'epoca macellai, mattatoi e allevatori in genere contribuivano a peggiorare l'ambiente, l'igiene e di conseguenza le epidemie: vi era il problema dello smaltimento degli escrementi (abbandonati fuori intorno alle mure di cinta della città e, oltre tutto, macelli e macellai, i maggiori veicoli di appestamento ed epidemia, gettavano gli scarti dentro i fiumi.
A fare maggiormente le spese di un epidemia, come già scritto nel precedente suddetto post, sono i poveri. Infatti, la peste colpì prevalentemente i poveri,i becchini e i chirurghi-cerusici (arte delegata ai modesti barbieri). Tutt'altro destino ebbero benestanti e medici condotti i quali si conservarono in salute.
Ma i poveri furono anche quelli più perseguitati e vittime delle ristrette e dure regole della peggiore dittatura, quella sanitaria durante l'epidemia. Infatti, .....continua

lunedì 28 aprile 2008

The dreams of the monsters


L'imponente edificio-bunker -oltre 110 m di lunghezza, 71 in altezza e 23 in larghezza- mostrato nella figura qui sopra (Foto di G.Fisher pubblicata dalla rivista Epoca -articolo di P.M.Gaede- e qui tratta dal periodico "Liberiamo la Cavia") è il simbolo di un successo di ciò che avrebbe dovuto essere messo al bando per aver causato un vero e proprio primato in fallimenti e disastri, cioè la ricerca vivisettoria o di sperimentazione sugli animali. Un gigantesco edificio sorto nella metà degli anni '80, a partire da un preventivo di 2 miliardi e lievitato, alla conclusione dei lavori, ben a 80 miliardi di quel periodo. Questo "lager modello" per animali-cavie è stato concepito per ottenere la massima ottimizzazione per lo scopo suddetto, in sintesi di alta zootecnia vivisettoria. A tal proposito riportiamo quanto scritto sul periodico animalista "Liberiamo la Cavia" -3°4° trim., 1985: "Dentro vi sono reclusi ben ottantamila animali destinati alla vivisezione. Tutto è asettico e sterilizzato. Il personale indossa camici e mascherine bianche, le numerose stanze hanno tutto l'aspetto gelido dell'obitorio. E' in questo ambiente estremamente sofisticato che cani, gatti, topi, maialini subiscono manipolazioni chirurgiche". Insomma, all'interno di quel "mostro" si opera anche con tutti gli odierni tipi di aberranti manipolazioni genetiche possibili.
Nel precedente post abbiamo affrontato il problema sopratutto dell'anziano, che viene scaricato dagli ospedali, ancora prima di aver raggiunto l'autonomia sufficiente per gestire i suoi bisogni primari quotidiani, senza poi fornigli un'adeguata assistenza domiciliare. Ora vediamo come verrebbe "risolto" il problema nella prospettiva dei medici professionisti, che si rivolgono all'ottimizzazione della struttura ospedaliera piuttosto di quella dell'assistenza domiciliare. Il progetto in questione è quello, già noto da diversi anni, di "ospedale del futuro". Uno di questi "ospedali modello" è quello recentemente aperto a Mestre (vedi immagini). Osservandolo dall'esterno appare come un'imponente blocco in cemento, quasi come quello dell'immagine all'inizio del post, che dovrebbe ospitare casi di emergenza almeno dell'intero Veneto. All'interno dovrebbe essere realizzato un ambiente completamente asettico e sterilizzato con il personale che indossa camici e mascherine bianche. Ogni degente viene ospitato in stanza singola dove possono assisterlo anche i parenti -ci chiediamo quale sorta di strette regole devono poi rispettare- tanto che si è giunti a realizzare anche una sorta di "braccio della morte" dove poter far alloggiare i malati terminali. La realizzazione di un giardinetto-serra nell'androne del mega ospedale conclude il sogno dei medici ospedalieri. L'enorme spesa che si dovrebbe ora affrontare per mantenere questa struttura per ogni paziente è tale che richiede, come minimo, che chiunque vi operi non reclami lo stipendio perché in caso contrario si scaricherebbero gli anziani anche prima degli ospedali mondezza ed con ancor meno fondi per garantirgli una dignitosa assistenza domiciliare . Considerando che si è parlato di ospedali-albergo....probabilmente ci si riferiva all'opportunità di ospitare -dato che una simile struttura possiede ben 700 posti letto- a pagamento anche i turisti in visita sopratutto a Venezia. Finora negli ospedali convenzionali è stato possibile scoprire casi di malasanità...si sarà in grado di scoprirli anche in questi asettici prototipi di "alta tecnologia", che competono con quelli ad alta zootecnia?

mercoledì 16 aprile 2008

CRI...CRI...Grillo parlante -2°

Ogni lunedi la Croce Rossa Italiana organizza una postazione di soccorso, presso la piazza della stazione ostiense, per aiutare gli emarginati e i senzatetto; l'aiuto è nell'ambito sanitario e alimentare: in questo periodo vengono distribuiti biscotti energetico dietetici e latte scremato. Lunedì scorso -14 apr.-, proprio mentre eravamo lì presenti, è accaduto un piccolo tafferuglio nella coda formatasi per la distribuzione dei prodotti suddetti che ci ha fatto notare che i bisognosi intervenuti erano tutti maschi tranne una ragazza, la sola che reclamava il diritto di non fare la fila proprio in quanto donna. Siamo pienamente solidali con lei perchè dietro alla rivendicazione di un tale diritto c'è il grave problema delle donne emarginate e senzatetto enormemente più a rischio degli uomini in pari condizione...perchè erano assenti le donne? E, dall'altra, perchè ve ne sono a migliaia torturate, violentate e sbattute sulla strada perchè divenute schiave-prostitute? Da una parte la criminalità magnaccia. dall'altra la domanda di cittadini di ogni classe sociale che se ne serve alimentando tale criminalità; ultimamente vi è stato annoverato anche un deputato, di un noto partito che predica la morale, pizzicato a pagare i magnaccia in "qualità" di "affitta-schiave". L'onorevole, cosi' spettacolarmente (anche dal blog B.Grillo) scoperto, è stato espulso dal partito.
Che effetto poteva arrecare la protesta di questa donna alla Croce Rossa? La Croce Rossa che, da una parte sfila orgogliosamente, il 2 Giugno, alla parata delle potenti risorse belliche, tra carri-armati, bombardieri, fucili e baglionette (immense "siringhe", imponenti "clisteri", "sparasupposte" etc..) e, dall'altra affianca l'opera pari a quelle delle Dame di S. Vincenzo? Certamente, compito della C.R.I. non è quello di appostarsi laddove viene consumato il dramma dei disperati a causa di "affitta-schiave", cioè (quest'ultimi) i veri untori di AIDS e altre malattie veneree, per così imporre a questi e ai magnaccia le analisi una volta presi sul fatto. Invece, il trattamento sanitario Obbligatorio- T.S.O. viene imposto ai deboli, innocenti e alle vittime (loro non fanno paura) assieme alle analisi cliniche, magari fatte passare per il loro bene ma che va a beneficio, nel garantire tale vera e propria "merce", a chi li sfrutta.


martedì 8 aprile 2008

la trappola

Uno dei problemi principali sanitari che investono l'anziano da paziente è la dimissione ospedaliera prima che venga raggiunta la sua autonomia fisica per svolgere le ordinarie attività di base di vita quotidiana. Una volta dimesso l'anziano convalescente non è assistito a livello domiciliare: o provvede da solo e con le sue finanze o viene scaricato ai parenti più disponibili oppure "posteggiato" in qualche altra istituzione ancora più coatta. Un tale problema non investe solo l'anziano ma, anche se in modo minore, anche tutti gli altri ammalati; in modo più marcato i disoccupati. Cogliamo l'occasione di presentare una recente e_mail di un nostro assiduo visitatore che ci ha esposto un fatto analogo che l'ha interessato direttamente.
Riportiamo in questo post l'intervista -tramite internet- di questa vittima di un incidente causato da auto che procedevano, in città, con velocità da autostrada -sembra che l'attenzione ai soli caschi e cinture di sicurezza faccia passare in secondo piano il grave problema dell'alta velocità.
"Noi:- Durante la caduta era consapevole di quanto le era accaduto?
R.:- Gli effetti del danno, in genere, subentrano qualche tempo dopo. Comunque, sentivo che mi era accaduto qualcosa di serio, nonostante tutto ho rifiutato di far chiamare il118. Ho preferito chiamare un taxi e raggiungere casa di parenti per finire di passare la notte nell'ipotesi di avere qualche problema il giorno successivo. In effetti la mattina dopo accusavo problemi nel camminare senza accusare forti dolori e ciò causò ansia e quasi panico ai miei parenti tanto che accettai di essere accompagnato a fare le lastre. Il risultato fu che dalle fratture riscontrate non era più possibile ritornare a casa prima di qualche giorno. Accettai nei limiti di sola"sosta": riposo, immobilità e dieta vegetariana e una più che minima assistenza (operata in loco anche dai parenti). Ma, a partire da circa un'ora dopo non feci altro che firmare il rifiuto di terapie farmacologiche e analisi cliniche tanto che dopo circa una decina di giorni mi dimisero scaricandomi di nuovo ai parenti. Le dimissioni precoci senza una prevenzione terziaria (cioè post degenza a livello domiciliare) sono una regola, ma nel mio caso vi era l'aggravante di non aver consumato i prodotti "galenici omologati" preferendo un risvolto salutare ippocratico che è anche quello che vi è stato da sempre, anche prima di Ippocrate: per loro questo significava prendere l'ospedale per un albergo.
Già l'ospedale per un albergo...perché no? E' vero che ci sono ospedali che rifiutano di soccorrere i malati perché già strapieni, ma è anche vero che ce ne sono altri semivuoti che potrebbero, con certe modalità, compensare vuoti economici ospitando anche persone sane le quali accetterebbero le suddette modalità in merito ad un più basso costo rispetto agli alberghi convenzionali, che magari non hanno nemmeno più posto. Può sembrare un'ipotesi folle ma in Unione Sovietica e credo anche nell'attuale Russia le autoambulanze sono un facsimile di taxi. Una persona può prendere al volo un'ambulanza libera che passa accettando certe modalità (scendere non appena si attiva il pronto intervento) ma pagando meno di un taxi vero. L'aspetto è doppiamente vantaggioso: le ambulanze sono sempre in giro per la città intervenendo in tempi rapidi in caso di emergenza ; l'utente paga meno di un taxi e ottiene più disponibilità del servizio di trasporti; il servizio sanitario ospedaliero ottiene delle entrate in più.
Noi:-Comunque il problema è un altro: l'assistenza domiciliare. Sarebbe bastata una semplice ed economica (rispetto al ricovero ospedaliero) assistenza domiciliare per il sostenitore (visitatore) del nostro blog. Invece, sostando nel dispendioso ospedale ha appesantito sia le spese sanitarie che i parenti per le precoci dimissioni ospedaliere (causate principalmente proprio dagli enormi costi per ogni degente)". Certamente, in Unione Sovietica il problema era affrontato sulla prospettiva popolare, anche se non vi era comunque libertà di scelta sui rimedi di ristabilimento della salute e sulla gestione autonoma degli strumenti posti a disposizione degli utenti; oggi ci si può autonomamente misurare almeno la pressione, il livello dei trigliceridi, l'attività cardiaca con i mini elettrocardiogrammi -già in alcune farmacie, è anche possibile effettuare altre analisi del sangue da prelievo di goccia di sangue dal polpastrello- e chissà, forse un domani lo sarà anche dall'emocromo all'analisi complete, e anche per le lastre a raggi-x (magari rese innocue).
Insomma, gli ospedali sarebbero veramente utili se come alberghi e le autoambulanze efficaci se fossero taxi.
Però vi è un altro modo di concepire gli ospedali come alberghi per degenti ed è quello sulla prospettiva dei medici professionisti o specialisti. Su questa prospettiva vengono concepiti gli "ospedali del futuro" (che non sono come quello nella figura) che, come vedremo nel prossimo post non tendono a livellare ma ad alzare ancora di più il gradino tra degente e personale.

sabato 29 marzo 2008

Organizzazioni benefiche che sostengono la tortura -p.e. telethon-applicata dai vecchi, fallaci e dannosi metodi di ricerca sperimentale: vivisezione


Ci si chiede come mai ancora oggi, nonostante tutti i fallimenti, continui a dominare la ricerca sperimentale quel vecchio metodo meccanicistico vivisettorio che avrebbe dovuto essere messo al bando da oltre un secolo per dare modo alla ricerca scientifica di svilupparsi. Vi è - purtroppo- ancora chi si dichiara ecologista, magari perchè ha la laurea in "ecologia", e ritiene che la vivisezione sia necessaria. Queste persone, che abbiamo incontrato anche in dibattiti, con una tale non conoscenza sul grande ammontare di disastri arrecati dalle tecniche vivisettorie, tradiscono le ingiustificate grandi lacune sul percorso del corso di laurea suddetto. Viceversa si può giustificare chi, in buona fede, possa andare a sostenere simili metodi di vera e propria peggiore tortura anche attraverso organizzazioni "benefiche" quale, ad esempio, Telethon. Quelli che seguono sono solo alcuni dei molteplici indirizzi internet (si digiti "Telethon vivisezione") che rivelano quanto i media che sostengono Telethon non informano, facendo rimanere ignaro l'utente, e quanto sia lontana la pari opportunità in tali contesti "mediatici"
http://www.peacelink.it/animali/a/3031.html
http://www.agireora.org/info/news_dett.php?id=390
http://www.noi-animali.org/vivisezione/maschera/raccolte/telethon.html
http://ilvivisettoremorto.iobloggo.com/archive.php?eid=16
Nei precedenti post abbiamo tirato in causa il personaggio di attualità e attore satirico B. Grillo ed ora rivolgendoci ad un altro attore, più specificatamente comico, Jerry Lewis, non posiamo negare la sua buona fede nell'essere stato il motore di Telethon. Sarà stata anche buona fede quella di tutti coloro che, ignorando il percorso di ciò che hanno voluto sostenere per il bene dell'umanità, hanno, al contrario, contribuito a rafforzare i suddetti erronei e dannosi metodi sperimentali di tortura.
Telethon ha anche contribuito alla realizzazione di almeno un ospedale, il "Perth", rafforzando così l'internamento alle istituzioni coatte piuttosto che l'assistenza domiciliare -dove ci sarebbe troppo controllo e poco profitto e carriera- e il sostegno alle famiglie che accudiscono persone, colpite da quella molteplicità di malattie, o meglio sintomi, che Telethon pensa di risolvere continuando ad appellarsi alle suddette grottesche tecniche di ricerca per tortura vivisettoria, che distraggono e rallentano il progresso della scienza.

lunedì 17 marzo 2008

Il Buon Diavolo


Ci hanno fatto osservare che se esiste una malasanità allora significa che c'è una buona sanità...Noi abbiamo cercato a fondo e, in un certo senso, l'abbiamo trovata almeno in un caso; esattamente a via Tasso, dove l'intervento del medico e dei farmaci salvarono la vita a diverse persone.
Abbiamo visitato il museo della resistenza di via Tasso. Il museo è in un palazzo dove i nazisti realizzarono un loro quartier generale adibendo le stanze degli appartamenti superiori in anguste prigioni per tutti coloro sospettati di essergli nemici. Ci hanno poi riferito sul terrore dei nazisti per le epidemie, tanto che al primo malessere dei detenuti essi si affrettarono a trovare un medico. Cercarono in zona e trovarono la farmacia "Scala Santa" che fornì l'indirizzo del medico.
Il medico, una volta sul posto, si rese subito conto della situazione orrenda in cui versavano i prigionieri, reduci del trattamento violento nazista, e non poté far altro che cercare di farli uscire di lì in qualche modo. La soluzione non fu così difficile, il medico doveva fare solo il suo lavoro e somministrare farmaci fin quando il prigioniero-paziente non si intossicava peggiorando ulteriormente e apparendo veramente come un appestato tanto da farsi trasferire con pieno consenso delle SS al policlinico per continuare il trattamento e salvarsi -almeno dai nazisti. Il fatto curioso per cui i nazisti, sia per trovare il medico che per trasferire i malati rispettivamente ad una farmacia ed altri ospedali, pur avendo lì vicino l'ospedale "S.Giovanni-Addolorata", lascia supporre anche un minimo di verità a quanto scritto sui libri di giurisprudenza, cioè che anche i peggiori criminali hanno un cuore -a meno che non si tratti di concorrenza.
Certamente, non abbiamo trovato un esempio di buona sanità ma almeno che non tutta la malasanità vien solo per nuocere.

venerdì 7 marzo 2008

Il Loto ed il Bitume


In un suo spettacolo, il noto personaggio di attualità B.Grillo si chiedeva come mai sia nei "Pronto Soccorso" che negli obitori degli ospedali italiani non vi è traccia di cinesi (ma anche di tibetani). Per una tale domanda Grillo si faceva rispondere e confermare dai "suoi" "amici" (ovvero suoi micro-virus da vaccinazione) medici ospedalieri http://it.youtube.com/watch?v=QL34zCJ3d8I.
Quindi è vero: cinesi e tibetani non fanno uso di ospedali. Dovremo proprio farcelo dire da loro?...Non sospettiamo nemmeno minimamente il motivo? Hanno riferito, in una conferenza, che al Tibet i cinesi danno scarsissimi servizi sanitari, e proprio in Tibet si chiedono ospedali... In effetti c'è motivo di crederlo. Quando un popolo invade barbaramente il territorio di un altro popolo, che, tra l'altro, non aveva arrecato alcun fastidio, e lo sottomette ai suoi usi e costumi spazzando via quasi tutti quelli di quest'ultimo ne costringe poi -come chiunque colonizzi- a necessità verso i loro servizi e prodotti; oltretutto riservati per tali utenti di serie B come scarti...Sappiamo, da Platone, quanto una persona sia disposta ad accettare se non reclamare anche cibo avvelenato piuttosto che morire di fame. Il Tibet, per millenni, ha avuto un suo equilibrio tra popolo e la natura circostante -nonostante le ripetute invasioni- riuscendo alla stessa stregua dell'Effetto-Loto a ripulirsi dai mali da solo; ma oggi, dopo la vile invasione, si è rotto tale magico equilibrio. Un equilibrio che forse è stato in parte ripristinato nei loro piccoli, autogestiti, villaggi-parco sparsi nel mondo.
Un Loto Blu per il Tibet Libero: corteo LUNEDI' 10 MARZO da Piazza Navona alle 17,30

lunedì 3 marzo 2008

Loto Meccanico: Anche l'"Eparina" (anticoagulante) made in China

L'Associazione Donne Tibetane invita a partecipare alla manifestazione-fiaccolata affinché il Tibet ritorni libero e con la sua cultura millenaria, pacifista, rispettosa degli animali e della natura, loro unica e efficace fonte di cura.
Nonostante abbia resistito per secoli, la Muraglia Cinese sembra stia per cedere definitivamente al consumismo più sfrenato. I valori dell'antico popolo tibetano potrebbero aiutare a ristabilire per una giusta via la crisi progressiva interna della Cina -giunta all'inaudita invasione del Tibet stesso- che la minaccia di far accadere, al di là della muraglia, definitivamente , ciò ch'è accaduto dopo il Muro di Berlino, cioè lo schiavismo delle donne, dei paesi dell'Est Europa.
Intanto dalla Cina della "manodopera a buon mercato" e delle pene capitali... all'ingrosso vi è stato già trapiantato dall'occidente il trapianto-predazione d'organi, a danno dei più deboli, nonché la fabbricazione a "buon mercato" per l'occidente di farmaci come l'anticoagulante "Eparina", che ha arrecato e sta arrecando gravi conseguenze a chi l'ha assunto (da Radio Radicale -1, Marzo, 2008). Difendiamo la Cina, liberiamo il Tibet affinché anche il Loto non si muti in "Loto Meccanico" alterando il suo "Effetto Loto".
Più danza tra i popoli meno competizione sportiva.

venerdì 22 febbraio 2008

Storie di fiori ,di donne e d'anarchia


Trovandoci in un convegno sulla resistenza alla Casa della Memoria -Via della Lungara, Roma- ci ha attirato l'attenzione il racconto della fioraria del cimitero dov'era seppellito Errico Malatesta; infatti i nazifascisti -la Germania era la nazione maestra in fatto di codici- si erano accorti che la disposizione dei fiori, sulla tomba di Malatesta, non era casuale ma seguiva una sorta di messaggio a codice per scambiare informazioni clandestinamente, e sospettarono la fioraria di complicità con la resistenza. Non potendo condannare la fioraria direttamente per ovvie ragioni -troppe ambiguità nello stravagante mezzo di comunicazione e difficoltà nelle prove di colpevolezza- non poterono fare altro che ricorrere alla psichiatria per farla passare per matta. Così fu. La povera fioraia impazzì sul serio nell'atroce struttura psichiatrico-ospedaliera e vi morì. Oggi, forse, ci rimane solo la sua cartella clinica, e tutta da svelare, per comprendere come funziona la macchina ospedaliera-psichiatrica al servizio delle finalità più efferate.

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Se la soluzione è nell'entrare nella tana del lupo vi fu chi fece tale scelta: l'anarchico Salvatore Morelli. Morelli rendendosi conto dello stato di vera e propria prigionia in cui versavano le donne (nelle case chiuse) infettate della sifilide dai loro clienti -spesso non identificati perchè politici, militari graduati o comunque uomini di potere se non i medici stessi che controllavano clinicamente periodicamente le prostitute...ma non i loro clienti- relegate negli infami e orrendi sifilocomi (voluti dai medici per ragioni di epidemia e sopratutto di loroprofitti e interessi professionali) da dove non ne sarebbero poi più uscite fino alla loro morte, che alla fine desideravano avvenisse al più presto , non esitò ad entrare nel parlamento come parlamentare ed è proprio lui che nonostante offeso, sbeffeggiato, insultato praticamente all'unanimità per la sua battaglia contro i sifilocomi, dette lezioni di vera politica tanto che alla fine ribaltò la situazione e riuscì a far chiudere tali ospedali-lager liberando dalle grinfie ed interessi medico-politici le vere e proprie loro schiave. Ne seguì decenni più tardi anche la chiusura delle case chiuse, cioè a detta della Mozzoni, della Prostituzione di Stato, nata poco dopo della breccia Porta Pia dove al posto dei garibaldini e del popolo vi entrarono Militari (domanda) con al loro seguito Medici (profitto) e Magnaccia di Stato (offerta).
Nella foto, il ruolo del magnaccia del bravissimo attore principale di "Accattone" (di Pasolini)

lunedì 14 gennaio 2008

Una carezza e uno schiaffo: l'anziano e il subdolo


L'intervista che segue, di P.Oddifreddi a J. Coetzee, svela il percepire del peso degli anni attraverso quel ruolo che si deve assumere nelle società ad impronta anagrafico-entropica. Un segnale viene allorquando ti compare la figura del medico geriatra che conforta sulla vecchiaia facendo credere non essere una malattia nè fisica nè mentale e, dall'altra, si fanno aumentare le visite di controllo medico, raddoppiandole dai 50 anni in poi per triplicarle raggiunti i 70 (tra i tanti esempi quello della visita medica per il rinnovo della patente: l'anziano a rischio e non in grado di percepirsi se e come guidare nonostante provetto guidatore)

"L'abbiamo incontrato l'11 settembre 2004 al Festival di Letteratura di Mantova, per parlare con lui dei suoi studi matematici e dei suoi esordi da informatico.

-Oddifreddi: Lei si è laureato sia in letteratura che in matematica: interessi contradditori o complementari?

-Coetzee: Interessi che non hanno interagito fruttuosamente fra loro. Guardando indietro, ora penso che avrei dovuto studiare filosofia, lingue moderne, o addirittura lingue classiche, invece che matematica, visto che poi ho comunque dovuto farlo in seguito.

-O.:Che cosa l'attraeva di più, nella matematica?

-C.:Agli inizi la teoria dei numeri. In seguito, la probabilità.

-O.:Continua a interessarsene anche ora?

-C.:No, non mi sono più aggiornato sugli sviluppi contemporanei.

-O.:Lei è stato addirittura un programmatore informatico, per tre o quattro anni.

-C.:Sí, in Inghilterra, prima di iniziare il dottorato in letteratura negli Stati Uniti.

-O.:A proposito de La vita degli animali, Elizabeth Costello traccia una connessione fra il genocidio degli ebrei e degli animali. Cosa risponderebbe, a chi le obiettasse che Hitler era vegetariano?

-C.:Che il fatto che una particolare persona sia o sia stata vegetariana, non ha nessuna importanza.

-O.: E all'osservazione che il 90% dell'agricoltura mondiale è dedicata alla produzione di mangime per animali?

-C.: Che dedicare cosí tanto del potenziale agricolo mondiale a produrre cibo per nutrire animali, affinchè i ricchi possano mangiare tanta carne quanto desiderano, è moralmente vergognoso.

-O.: In La vita degli animali lei cita l'articolo di Nagel su "cosa significa essere un pipistrello'', e in Vergogna solleva la questione se un uomo possa mettersi nei panni di una donna. Quali sono i limiti dell'identificazione negli altri (animali, persone, alieni, macchine pensanti)?

-C.:In parte non si può rispondere alla domanda: ad esempio, nel caso degli animali, coi quali non condividiamo un linguaggio. Per quanto riguarda uomini e donne, invece, ci sono scrittrici che, a mio parere, capiscono perfettamente l'esperienza maschile. E ho tutti i motivi di credere che ci siano scrittori che capiscono bene l'esperienza femminile ...

-O.:Parlando di identificazione con gli altri, qual è il prezzo psicologico che uno scrittore deve pagare per inventare personaggi angosciati e angoscianti come quelli di Aspettando i barbari, La vita e il tempo di Michael K. o Vergogna?

-C.:Nessun prezzo.

-O.:A proposito di quei romanzi, come mai presentano uomini sulla cinquantina come avviati alla decadenza fisica? Mi sembra un po' prematuro, forse perchè io ho esattamente la loro età ...

-C.:Quando ho scritto Aspettando i barbari ero sulla trentina, e quell'età mi sembrava lontana. Ma rimane il fatto che gli uomini sulla cinquantina non sono attraenti per le giovani donne che loro invece trovano cosí attraenti.

-O.:Allora ho qualche motivo di credere che ci siano matematici che non capiscono bene l'esperienza femminile ..."