Prospero Crivelli: Impossibilità di cure secondo i medici, ma si rimise sano dopo l’intervento del Neri.
Agostino Boncompagni (neonato): Affetto da gravissima broncopolmonite riuscì a risolverla in breve tempo con l’intervento (imposizione delle mani) del Neri.
Cesare Baronio: Guarito dal Neri nonostante gli fu già data l’estrema unzione.
Neri guarisce l’arcidiacono Barsum, in pericolo di morte in quanto non poteva più mangiare né tanto respirare.
Neri fa “ritornare in vita” dallo “stato trans-mortuario” il figlio del Principe Massimo, ormai refertato cadavere, sul letto di morte e a parlarci lucidamente per mezzora con stupore di tutti i presenti. Ma il caso ancor più eclatante fu quello dell’architetto G.Battista Guerra che, mentre stava costruendo una chiesa, cadde battendo la testa. I medici consigliarono un’operazione chirurgica mentre altri loro colleghi dichiaravano che non c’era più nulla da fare. Intervenne il Neri investendo il medico Angelo Vettori dandogli del balordo e il medico risentito si appellò al suo carisma di medico e sulla professionalità sovrana sui ciarlatani ed il Neri ribatté ripetendo che era un balordo. Al “ciarlatano” Neri bastò dell’olio di mandorla misto a trementina per rimettere al lavoro sano e robusto dopo qualche giorno il Guerra.
Ma vi fu anche la volta del Neri che, in condizioni tali da non poter fare più di tanta resistenza all’intervento medico voluto dai suoi confratelli, presi dal timor panico, sia perché svenuto o quasi o per il forte disturbo. In tutti i casi il Neri si riprese da solo, spontaneamente, sottolineando che l’unico male era la loro balorda presenza.
Ma il Neri fu perseguitato dai medici anche da sano sperimentando, così, da cavia, possiamo dire, il primo mobbing, ideato e applicato dal medico Teccosi il quale fu impiegato come amministratore della confraternita dove officiava il Neri. Teccosi vedeva di malocchio il Neri e fece sì da assumere due sacrestani predisposti al suo progetto di “mobbing”, vediamone alcuni esempi: gli impedivano di entrare in sacrestia, anche sbattendogli la porta in faccia; gli nascondevano oggetti per officiare alla messa, compresa la chiave del tabernacolo. Insomma, facevano sì che non gli accadesse nulla che andasse per il giusto verso in quanto l’obiettivo era quello di un attuale mobbing, cioè far uscire fuori di testa e mettere in cattiva luce se non far passare per pazzo o per far commettere un grave errore per far allontanare o licenziare o “giustificare” per un Trattamento Sanitario Obblgatorio (T.S.O.). Ma col Neri abbiamo anche una sorta di rimedio, estremo a questa nefandezza, in quanto egli non cadde nel tranello incassando pazientemente i colpi e il tempo volse a suo favore. Questo fu un primo esempio di come ancora oggi si possa, nei limiti del possibile, far fronte ad un mobbing.
Quello stato di, chiamiamolo più che “empatia” si estese dall’uomo all’animale sollevando ancor più la già straordinaria sensibilità del Neri che scelse di diventare Vegetariano.
Fonte bibliografica S.Filippo NERI di O.Cerri, ed. Villaggio del Fanciullo di Vergiate.