domenica 5 agosto 2012

S.Giovanni (Ospedale di Roma) e il miracolo delle cartelle cliniche


Dai decessi per incuria degli anziani l'ospedale S.Giovanni di Roma sta rimontando anche con i neonati. Nel video gli intervistati giustificano la morte del neonato e la falsificazione della cartella clinica con il fatto che si doveva ancora decidere per un primario. Perché il primario avrebbe evitato la morte e/o la falsificazione della cartella clinica? Più che altro, con il primario non sarebbe accaduto l'ennesimo scandalo, perché per occultare una morte per omicidio, anche colposo, non bisogna essere sprovveduti così come lo sono stati al S.Giovanni. Vi è quindi bisogno di esperti, specialmente oggi che, seppur minimo, vi si è applicata una sorta di controllo. Quindi dobbiamo rendere merito all'assenza di un primario se si è riusciti a scoprire la falsificazione della cartella clinica, compilata da inesperti, e a conoscere quello che si è sempre fatto negli ospedali -falsificazioni di cartelle cliniche. Certamente, se avessero la possibilità farebbero come il Corner Hospital del casilino che seleziona anche dall'ospedale S.Giovanni e accetta solo coloro che sono ben propensi alla guarigione mantenendosi immune da denunce e garantendosi il prestigio.
Attraverso le cartelle cliniche si possono falsificare le morti per cause iatrogene ed anche le guarigioni. Di fatto sono "magicamente" sparite molte delle cartelle cliniche di "miracolati" di Lourdes. Il fatto più eclatante fu quello di John Traynor, Irlandese di 32 anni della Marina Reale, ferito gravemente e per più volte in diverse campagne della 1° Guerra Mondiale. Ferito due volte alla testa con conseguente coma; tre pallottole lo trapassarono nell'emitorace e una passando all'avambraccio fino alla clavicola recidendogli il plesso brachiale e i nervi della spalla e dello stesso avambraccio con conseguente paralisi del braccio, di cui rifiutò l'amputazione; ne conseguì poi l'epilessia che si aggravò sempre più tanto che i medici gli trapanarono il cranio e poi inserirono la placca metallica. Incontinente d'urina e feci e paralitico sulla sedie a rotelle si chiese all'ammissione all'ospizio degli incurabili. Contro il parere di religiosi e medici andò comunque a Lourdes. Durante il viaggio si aggravò e all'ospedale "Asile" di Lourdes confermarono tutte le diagnosi (24 Luglio 1923). La mattina del giorno dopo il trattamento dell'acqua si alzò e camminò senza difficoltà riuscendo a muovere il braccio paralizzato, che avrebbe dovuto essere amputato. Sparirono come per incanto tutte le malattie e le paralisi così come sparirono "miracolosamente" le sue cartelle cliniche, testimonianza del suo stato da quasi moribondo: I medici non gli riconobbero alcuna guarigione!!
Veniamo ad altri casi di cartelle cliniche falsificate, ad esempio quello dell'ospedale S. Camillo, dove, nel 1979-80, un dipendente, impiegato a sbrigare le pratiche, in questo caso le cartelle cliniche, trovò delle discordanze almeno su una cartella clinica e avvisò la direzione. Nulla di fatto, nessun provvedimento in merito. L'impiegato avrebbe dovuto essere premiato per il suo zelo, ma sarebbe stato meglio, per lui, se avesse sorvolato. Ma l'impiegato responsabile di senso civile continuò nell'esposto ritrovandosi poi in una sorta di Trattamento Sanitario Obbligatorio consistente nell'effettuare dei test clinico-psichiatrici, che, però, non rilevarono alcuno stato patologico. Per ordini disciplinari fu trasferito al Canile Municipale di Roma. Nel 1984, con la salute provata da tutte le pressioni, i quotidiani, finalmente, riscontrarono la veridicità dei suoi esposti sulla falsificazione di cartelle cliniche.