martedì 28 settembre 2021

No green pass. Si libertà di scelta: ROMA CITTA' APERTA.


Riguardo al primo video, indipendentemente dal fatto che si commenta da solo, ne abbiamo comunque riportato una nostra nota critica due post fa: fa http://hospitalcrimes.blogspot.com/2021/09/green-pass-e-qr-code-i-polli-sono.html
Invece, nel secondo e terzo video si vede la polizia italiana che tenta di non essere da meno di quella francese ed anche se non ci è riuscita ha dato una lezione di predazione comparata:  Il poliziotto è in borghese nel gruppo di manifestanti, come il lupo travestito da pecora (la manifestazione è pacificamente gandhiana) nel gregge; come predatore individua la preda più svantaggiata o esile, così come il ragazzo acchiappato a tradimento, da dietro le spalle, stretto come una morsa e trascinato fino al "branco", che lo spinge, lo percuote, lo sbatte a terra, a bocconi, per semi-incaprettarlo e per poi sbatterlo sul "carro bestiame".   Si potrebbe immaginare la riconoscenza delle Cas(s)e biochimico farmaceutiche.    Nel quarto video si vede chi coraggiosamente risolleva la faccia della polizia di fronte ai cittadini italiani, e a risollevarla è una donna che, spogliandosi della divisa, si dichiara libera cittadina prima per poi indossarla di nuovo sottolineando il giuramento alla Costituzione italiana in qualità di poliziotta, oltretutto anche dirigente.  Non è tanto una questione di eroismo o di coraggio ma di correttezza su ciò di cui ci si è impegnati, è quel fare il proprio dovere di cui Oreste Benzi reclamava alla polizia di fronte alla spietata criminalità della tratta delle schiave, che abbondano in Italia, e di cui la dirigente di polizia in questione, Alessandra Nunzia Schilirò cerca di far fronte.    Quindi Schilirò insegna che il giuramento alla Costituzione italiana, fatta da chi ha combattuto per la democrazia, per la libertà, in merito anche a coloro che vi hanno versato il sangue, non deve essere una farsa come il giuramento d'Ippocrate.    Così, l 25 settembre scorso a piazza S.Giovanni  vi erano un distinto numero di poliziotti a sostegno della loro collega Schilirò.    La polizia si spacca e questo ci riporta indietro nel tempo con il caso della scissione fra carabinieri durante la Repubblica di Salò.   Ad averne parlato fu anche un valoroso ex partigiano, Mario Fiorentini, in occasione di un incontro al museo della resistenza di via Tasso.  Fiorentini raccontava (e racconta ancora alla bella età di 103 anni) dei carabinieri che avevano aderito (anche obbligatoriamente) alla Repubblica di Salò a cui fu dato l'ordine di arrestare i loro colleghi che rifiutarono di aderirvi.  Pertanto, i carabinieri "no-Salò" si videro arrivare l'avviso d'arresto dai loro colleghi, precisando anche il giorno in cui sarebbe avvenuto, affinché si tenessero pronti anche per un'eventuale deportazione. Ma quando i carabinieri si recarono ad arrestare i loro colleghi "no Salò" "sorprendentemente" non trovarono nessuno di questi.   La sfortuna volle che non tutti scampassero a tale feroce destino.  Una delle testimonianze di ciò è la foto di un carabiniere trucidato; foto in un quadro affisso proprio nella sala principale del suddetto museo della resistenza (detto anche della ... chiamiamola "Liberazione").   Ora più che mai invitiamo a visitare (o visitare di nuovo) il museo della resistenza -- via Tasso -- ... entrate tranquilli, in libertà, ... non vogliamo credere che lì sia d'obbligo  il green pass (successore dell'infame passaporto sanitario) che viola la Costituzione italiana.    Quello della resistenza è "museo aperto" per una "Roma città aperta" ... ma oggi veramente.
Napoli, la città che volle, non proprio gandhianamente, farsi aperta.









 

mercoledì 22 settembre 2021

Green Pass multinazionali: La subdola violenza medico-farmaceutica sul popolo italiano


19 aprile 1993 le forze speciali di devastazione SuperSWAT-FBI assaltano con due carri armati e un elicottero (con uso di gas letali per bambini) una pacifica comunità cristiana (che era riuscita a vivere nel deserto -- senza disturbare nessuno -- a Waco), i Branch Davidians -cristiani avventisti - rea di non voler rendere conto a nessun governo -- leggi Corporations -- se non a Dio nell'armonia e rispetto della natura.  Furono uccisi 82 davidiani tra cui 25 bambini. Vera e propria eco del massacro degli Cheyenne per l'esercito di Custer. I media denigrarono il responsabile della comunità, Koresh, per giustificare il massacro.  Koresh fu catturato vivo e gli fu data la scelta di suicidarsi (magari dandogli anche una mano) oppure di dividere la cella facendosi "inoculare" di Spike (nome o soprannome di un criminale violentatore). Chiaramente, Koresh, uomo di culto, dignitosamente si fece lasciare morire.     Parallelamente, anche G. De Donno non voleva farsi inoculare di Spike e preferì dignitosamente l'impiccagione ...  Inoculatevi o morirete.      In Gore Vidal: Fine della libertà -- verso un nuovo totalitarismo? (September 11 th and after, the meaning of T. McVeigh, Shelding the bill of rights, The new theocrats), Fazi editore, Roma, 2001.

 

domenica 5 settembre 2021

Green Pass e QR-CODE i polli sono serviti


I primi tre video mostrano quanto, in un regime tecnocratico-zootecnico, si mira all'applicazione simile ad allevamenti intensivi per una società o nazione con cittadini con marchio D.O.C.,  pronti a rispondere di riflesso alle richieste od offerte del suddetto regime. Così, come durante il nazismo anche oggi s'inizia dai neonati ai quali viene già assegnata la tessera sanitaria e, quindi, un QR-CODE.   In questo contesto vige la corsa al consumismo e alla produzione più sfrenati.  Negli altri video che seguono vediamo che questo regime tende sempre più ad una economia programmabile la cui ottimizzazione è, ad esempio, quella della gestione della condizione dell'ambiente industriale degli allevamenti intensivi. Tale condizione sta venendo sottilmente ad espandersi sull'umanità.  Gli animali in zootecnia sono anche geneticamente programmati per l''obsolescenza -- obsolescenza programmata -.
Gli animali  che cercano di fuggire o fare la minima resistenza vengono vigliaccamente sopraffatti. 
In particolare, nel quarto video si vedono le forze dell'ordine riversarsi in branco su una indifesa donna che manifestava contro l'imposizione del green-pass.  In un certo modo ciò fa immaginare, anche se esageratamente, quella violenza di gruppo contro le donne che, raggirate, tentano di fuggire dallo schiavismo sessuale (tratta delle schiave). Infatti, la suddetta donna non voleva sottostare a soddisfare i profitti della sperimentazione farmaco-genetica delle multinazionali e con  costrizione del green pass.  

Negli ultimi due video si vedono dei giovani indifesi che, avendo consapevolezza del pericolo della DEMOCRAZIA, COSTITUZIONE e quindi LIBERTA' fanno resistenza lasciandosi poi arrestare, quasi come fossero criminali.   
Invece, siamo rimasti perplessi della scarsa affluenza degli studenti alle manifestazioni no-green pass  romane e dei volantini di protesta, contro la discriminazione del green pass, con raffigurati i QR-CODE ... proprio a discriminare chi non ha lo smartphone!   Non vogliamo comunque credere che le università romane siano, in un certo senso, degli allevamenti intensivi di pulcini e agnellini pronti a diventare polli e pecore, gregge per i fini più immorali delle multinazionali.

In quest'ultimo video è di tutta evidenza che il virus SARS-COV 2 è stato generato da un laboratorio genetico e poi diffuso nel mondo, anche se Wuhan potrebbe essere stata l'ultima tappa di un percorso.
La potente Cina ha dichiarato che non è disposta a fare da capro espiatorio per tutto ciò che sta accadendo..  In effetti è più facile e meno pericoloso fare capri espiatori giovani a cui gli  è stato consumato il futuro!  
E' GIUNTO IL MOMENTO DI OPERARE TUTTI INSIEME PER CONSERVARE L'EQUILIBRIO DELLE FORZE NATURALI DEL GLOBO INTERO, ASSICURANDO COSI' LA SOPRAVVIVENZA DELL'UMANITA'.   -Discorso in Campidoglio di Amintore Fanfani ... 1971!!!

"La sera che con la musica della frusta e l'auto di Cuza, Irina viene portata al Villaggio olimpico, è decisa a non salire per nessuna ragione al mondo su una macchina ... Ha una sola speranza, che passi la polizia ... e la polizia passa.  Lei quasi si butta sotto le ruote, la macchina inchioda lei sale. "Aiutatemi" supplica. Arrivano al Commissariato.  Si è rinfrancata, la vicenda è finita, racconterà la sua storia, finalmente potrà telefonare al figlio, alla figlia che non ha notizie dal giorno della sosta a Vienna e sarà ormai nel panico. Ma al Commissariato c'è una gran brutta sorpresa.  Milana è lì, parla con un ragazzo in divisa, la squadra dall'alto in basso con uno sguardo carico di disprezzo e vendetta.  Irina esplode in un pianto disperato, realizza che non ha scampo, che l'aguzzina (sorvegliante -"kapò"- dei magnaccia) ha amicizie anche al Commissariato. Si getta su una sedia, il capo poggiato sulla scrivania nascosto fra le braccia. Milana si avvicina, la prende per la giacca:  Avanti, torniamo al Villaggio olimpico".     -- Storia vera in: E. Moroli, R. Sibona (prefazione di P.Arlacchi), Schiave d'occidente, Mursia, Mi, p.129, 1999.