domenica 5 settembre 2021

Green Pass e QR-CODE i polli sono serviti


I primi tre video mostrano quanto, in un regime tecnocratico-zootecnico, si mira all'applicazione simile ad allevamenti intensivi per una società o nazione con cittadini con marchio D.O.C.,  pronti a rispondere di riflesso alle richieste od offerte del suddetto regime. Così, come durante il nazismo anche oggi s'inizia dai neonati ai quali viene già assegnata la tessera sanitaria e, quindi, un QR-CODE.   In questo contesto vige la corsa al consumismo e alla produzione più sfrenati.  Negli altri video che seguono vediamo che questo regime tende sempre più ad una economia programmabile la cui ottimizzazione è, ad esempio, quella della gestione della condizione dell'ambiente industriale degli allevamenti intensivi. Tale condizione sta venendo sottilmente ad espandersi sull'umanità.  Gli animali in zootecnia sono anche geneticamente programmati per l''obsolescenza -- obsolescenza programmata -.
Gli animali  che cercano di fuggire o fare la minima resistenza vengono vigliaccamente sopraffatti. 
In particolare, nel quarto video si vedono le forze dell'ordine riversarsi in branco su una indifesa donna che manifestava contro l'imposizione del green-pass.  In un certo modo ciò fa immaginare, anche se esageratamente, quella violenza di gruppo contro le donne che, raggirate, tentano di fuggire dallo schiavismo sessuale (tratta delle schiave). Infatti, la suddetta donna non voleva sottostare a soddisfare i profitti della sperimentazione farmaco-genetica delle multinazionali e con  costrizione del green pass.  

Negli ultimi due video si vedono dei giovani indifesi che, avendo consapevolezza del pericolo della DEMOCRAZIA, COSTITUZIONE e quindi LIBERTA' fanno resistenza lasciandosi poi arrestare, quasi come fossero criminali.   
Invece, siamo rimasti perplessi della scarsa affluenza degli studenti alle manifestazioni no-green pass  romane e dei volantini di protesta, contro la discriminazione del green pass, con raffigurati i QR-CODE ... proprio a discriminare chi non ha lo smartphone!   Non vogliamo comunque credere che le università romane siano, in un certo senso, degli allevamenti intensivi di pulcini e agnellini pronti a diventare polli e pecore, gregge per i fini più immorali delle multinazionali.

In quest'ultimo video è di tutta evidenza che il virus SARS-COV 2 è stato generato da un laboratorio genetico e poi diffuso nel mondo, anche se Wuhan potrebbe essere stata l'ultima tappa di un percorso.
La potente Cina ha dichiarato che non è disposta a fare da capro espiatorio per tutto ciò che sta accadendo..  In effetti è più facile e meno pericoloso fare capri espiatori giovani a cui gli  è stato consumato il futuro!  
E' GIUNTO IL MOMENTO DI OPERARE TUTTI INSIEME PER CONSERVARE L'EQUILIBRIO DELLE FORZE NATURALI DEL GLOBO INTERO, ASSICURANDO COSI' LA SOPRAVVIVENZA DELL'UMANITA'.   -Discorso in Campidoglio di Amintore Fanfani ... 1971!!!

"La sera che con la musica della frusta e l'auto di Cuza, Irina viene portata al Villaggio olimpico, è decisa a non salire per nessuna ragione al mondo su una macchina ... Ha una sola speranza, che passi la polizia ... e la polizia passa.  Lei quasi si butta sotto le ruote, la macchina inchioda lei sale. "Aiutatemi" supplica. Arrivano al Commissariato.  Si è rinfrancata, la vicenda è finita, racconterà la sua storia, finalmente potrà telefonare al figlio, alla figlia che non ha notizie dal giorno della sosta a Vienna e sarà ormai nel panico. Ma al Commissariato c'è una gran brutta sorpresa.  Milana è lì, parla con un ragazzo in divisa, la squadra dall'alto in basso con uno sguardo carico di disprezzo e vendetta.  Irina esplode in un pianto disperato, realizza che non ha scampo, che l'aguzzina (sorvegliante -"kapò"- dei magnaccia) ha amicizie anche al Commissariato. Si getta su una sedia, il capo poggiato sulla scrivania nascosto fra le braccia. Milana si avvicina, la prende per la giacca:  Avanti, torniamo al Villaggio olimpico".     -- Storia vera in: E. Moroli, R. Sibona (prefazione di P.Arlacchi), Schiave d'occidente, Mursia, Mi, p.129, 1999.