Entrambe le morti citate
nel titolo hanno diverse cose in comune, non ci si riferisce alle due date,
1939 e 1993 simili per inversione di una delle due coppie di numeri finali,
decimali, né tanto per la sinonimia tra “irreversibile” e “incurabile” ma soprattutto
per il fatto che in entrambe sono concepiti come morti i cervelli, e l'assenza
di coscienza. Il Nazismo non ebbe da
faticare per eliminare in massa chi reputato non in grado di intendere e di
volere fino al fallimento della cura nel “recupero” di tali capacità. Infatti,
per i “pazzi irrecuperabili” vi era
l’eutanasia, vista come opera di salute pubblica e rigorosamente applicata nei
casi mentali particolarmente gravi o di totale pazzia. Per prevenire contestazioni morali ed etiche
si dichiarava il riconoscimento di non sopprimere per scopi opportunistici
quali, ad esempio quelli rivolti ai casi di vittime di gravi malattie o di
incidenti anche se conservavano solo le funzioni vitali fino a non essere in qualche modo utili alla
nazione. Comunque l’invenzione di morte
cerebrale, assieme al vedere casi di assenza di coscienza non è idea di oggi
attraverso gli espianti d’organo, bensì di chi dichiarò di pensare di pazzi,
che non avevano neppure coscienza di se stessi come uomini, da giudicarsi già praticamente dei morti: “Io
penso che dei pazzi che non hanno neppure coscienza di se stessi come uomini
sono già praticamente dei morti”. Se non hanno coscienza come uomini tutto il
resto degli animali è ufficialmente –cartesianamente- macchina. Con questa dichiarazione, sostenuta dai medici
tedeschi, nel 1939, Hitler estendeva l’eutanasia sterminando gli alienati e tutti gli altri ritenuti improduttivi:
vecchi, invalidi, “anormali” etc.. Essi erano concepiti peso morto. Lo sterminio dei pazzi irrecuperabili – morte
cerebrale- attraverso ospedali per l’”eutanasia” era definito dall'operazione
T4, compresa la sua segretezza -benché sembra che vi fu qualcuno che si accorse
di quello che realmente si faceva, soprattutto i parenti delle vittime. Comunque,
i parenti erano a priori esclusi da ogni decisione perché non medici, quindi
non conoscendo la medicina non potevano giudicare il caso, quando era il caso di sopprimere. L’esecuzione della
T4 era basata sul giudizio di 3 istituti, cosiddetti, di carità e da un
collegio di medici -per l’eutanasia, considerata opera umanitaria: “assassinio
umanitario”.
Insomma dietro al giudizio di
“morte cerebrale” si diagnostica l’incapacità di intendere e di volere e di
assenza di coscienza e si concepisce, di conseguenza, l’eventuale più o meno
accenno di attività motoria (del malato in coma all’atto dell’operazione
chirurgica dell’espianto e, dall’altra, dei pazzi che urlavano e si divincolano
disordinatamente al momento di entrare nei camion nazisti diretti all’ospedale
per l’eutanasia) come riflesso meramente
nervoso piuttosto che tentativo di comunicare qualcosa del loro stato di
coscienza. Limitarsi a giudicare come
riflesso condizionato proviene da tutta una corrente riduttiva che si avvale
della vivisezione. La vivisezione a sua
volta si avvale dell’eliminazione delle
componenti psichiche, dapprima, in generale, sugli animali che vengono trasposti
poi all’uomo come nel caso di entrambe le “morti cerebrali” – da coma e da follia-. Ciò fu dedotto già da Vance Packard (in tal
caso riguardo alla manipolazione umana tramite elettronica): L’uomo verrà manipolato
pari ad animali da laboratorio a partire dai manicomi. Packard lo abbiamo già considerato, nel post
immediatamente precedente al presente riguardo la tanatocrazia medica assieme
alla spersonalizzazione e standardizzazione delle morti entro le mura
ospedaliere.
E’ chiaramente giusto
riconoscere l’olocausto che gli ebrei, a
livello ufficiale, subirono maggiormente dal nazismo, ma bisogna ancora
riconoscere quanti altri furono trucidati come i gitani (senza anagrafe) e i
cosiddetti “pazzi”. Il destino (?) ha
voluto che il primo uomo cavia, completamente manipolato, in cui si effettuò il trapianto, di cuore, fosse
proprio un ebreo; non visse che qualche settimana dal trapianto, con non pochi strazi.