martedì 23 aprile 2013

Rodotà Presidente mancato?. La vivisezione dell'uomo massa: Videocamere a senso unico: visione controllo correzione...


Abbiamo già considerato il problema della privacy in un precedente post chiamando in causa Paissan col suo libro "La privacy è morta W la privacy".  Proseguiamo la nostra intervista con I.G. confrontando quanto detto nel video da Ferrarotti.
I.G.: Quanto dice Ferrarotti va bene ma occorre annoverare anche il  fatto che a partire dalla caduta del muro di Berlino e liberandosi dalla guerra fredda si è avuta la possibilità del progetto, chiamiamolo "orwelliano", di chiudere sempre più il cerchio della sicurezza nel controllo della massa e dell'individuo.
HospitalCrimes: Per motivi economico-commerciali.
I.G.: Nel 2001 dopo la "macelleria messicana" contro i contestatori dell'omologazione mondiale L. Casarini -allora presidente italiano di Greenpeace- tra le sue giuste considerazioni aggiunse la possibilità di un modo di invertire la direzione del suddetto controllo..
H.C.: Il che significa trasparenza.  Infatti, sebbene con una piccola inversione di controllo il cittadino è oggi, finalmente, a conoscenza di non poche nefandezze ospedaliere.      Si conosce un modo per poter realizzare un'inversione come suggeriva Casarini?
I.G.: Qualche giorno fa la RAI ha intervistato una scrittrice inglese -paese di Orwell- che ha presentato il suo ultimo libro, che rivede e ribalta il messaggio del racconto "Barbablu" (personaggio che teneva molto alla sua privacy tanto che uccideva chi cercava di violarla).  La scrittrice suggeriva che il modo in cui si può mantenere la propria privacy è quello di comportarsi nel modo più ordinario, nei gesti e  nel vestirsi.
H.C.: Ma questo è quello che si vuole nel controllo stesso.
I.G.: Infatti.  La scrittrice muove una critica contro i controlli sui cittadini ma interessa mantenere la sua privacy.
H.C.: Non credo che questo possa interessare al Casarini.
I.G.: Infatti. Un modo per invertire la "visione" da spioncino potrebbe provenire dall'intelligenza artificiale.  Ad esempio il test di Turing. Il test richiede che tu, attraverso domande riesca a capire che chi ti risponde non è un mero programma da elaboratore elettronico; infatti in altre due stanze isolate vi sono altri due terminali, uno gestito da una persona e l'altro costituito solo dal programma dell'elaboratore elettronico.  
H.C.: Insomma devi operare a scatola chiusa, mentre per chi ti riprende sei aperto, vivisezionato e mappato nei talloni d'Achille.
I.G.: E' panottico.  Allo stesso modo del test di Turing devi inviare messaggi e comprendere se e quanto si risponde coerentemente.
H.C.: Non è facile.
I.G.: Del resto la privacy non finisce quando usciamo da casa perchè il più delle volte, non sentendoci direttamente osservati, ci si consente atteggiamenti più disinvolti altre volte si hanno comportamenti dislocati, cioè non direttamente consapevoli e tutto questo non potrebbe accadere in presenza di altre persone o se pensiamo che effettivamente ci stanno riprendendo da videocamere e va da sé non pensarci.  
H.C.: Insomma, si suggerisce un garante della privacy affiancato al Presidente, di pari al Presidente?
I.G.: Sarebbe stato meglio giò a partire da vent'anni fa subito dopo la caduta del muro di Berlino.
H.C.: Comunque la trasparenza anche non così completa, dal basso verso l'alto, farebbe una "strage" di muri.