giovedì 12 dicembre 2013

Sanità Sicurezza (SS) a braccetto: Masi Di Sarro Battistelli dal triangolo ospedaliero trasteverino all'ospedale S.Giovanni

 In ospedale a Wolfang Pauli fu riservata la stanza 137 che rappresenta in fisica il numero -1/137- della "struttura fine", cioè a misura d'uomo e allo stesso tempo un numero ancora misterioso...questo fu un modo per dire al grande fisico Pauli ch'era arrivato alla "fermata"...dell'autobus 137 -a misura di bara-. Ma vediamo ora "coincidenze" più attuali e attinenti al tema.
Nell'immagine la cronaca di un quotidiano che riporta il fatto curioso di una serie otto decessi sospetti all'ospedale S.Giovanni e perlopiù avvenuti in pazienti che occupavano il letto otto. Un batterio killer nascosto principalmente in quel letto? O qualche coincidenza sinistramente anomala che contribuisce a confermare la iattura insita degli ospedali, fabbriche di malattie?
Tra i tanti "misteri" ancora oggi insoluti vi è quello del 1977 dell'uccisione, con un colpo di pistola, della giovane Giorgiana Masi, a Trastevere, mentre camminava, insieme ad un pacifico corteo, presso ponte Garibaldi.   Due anni dopo, 1979, e qualche centinaio di metri più in là, di fronte all'ospedale S.Spirito, due giovani che procedevano tranquillamente sulla loro auto vengono avvicinati minacciosamente da due individui, il tempo di sussurrare "ci siamo" -per intendere una rapina- e tentando di fuggire accelerando quando uno dei due individui riesce a buttarsi sul cofano e a sparargli uccidendo l'autista, Luigi di Sarro.  I due individui erano poliziotti in borghese e la causa è stata l'aver dimenticato di accendere i fari della macchina.  Altri due anni più tardi, 1981, -quasi di fronte al luogo della tragedia e sempre di fronte all'ospedale S.Spirito-nonostante tutto il servizio di sicurezza possibile- un colpo di pistola feriva il Papa  e due mesi dopo sempre a qualche centinaio di metri dall'uccisione di G.Masi  -quasi a pari distanza dall'ospedale S.Gallicano- cioè a piazza S.Maria In Trastevere -a pari distanza tra l'ospedale S.Gallicano e il Nuovo Regina Margherita- un'altra giovane ragazza, Alberta Battistelli, la quale superava l'ingresso alla piazza chiusa al traffico da poco tempo, veniva raggiunta dai vigili che gli sparavano dai finestrini, aperti, della sua auto uccidendola.  Il fatto non è accaduto come descritto dal telegiornale riportato nel servizio del video qui allegato, infatti, il giorno dopo i quotidiani riportavano che la ragazza procedeva lentamente trovando spazio tra le moto dei vigili ferme all'ingresso della piazza e tamponandone leggermente una, allorché i vigili l'hanno rincorsa a piedi raggiungendola e, "stimolo-risposta", sparandogli.   Si è associato il comportamento della ragazza alla tossicodipendenza,  Tutte le volte che accade un incidente se chi lo commette è tossicodipendente allora se ne dà opportunamente la causa ai tossicodipendenti tanto da vederli come un pericolo pubblico, come se non li causassero anche tutti gli altri e non ammettere che chi (addestrato a "macchina") agisce da "arco riflesso", da "stimolo-risposta", "fari spenti-nemico", aggravato nel premere il grilletto della pistola, non avesse la realtà e//o la consapevolezza alterata;. In poche parole, se si fosse trovato che i vigili erano tossicodipendenti si sarebbe anche trovata la causa in questa..   Ma ritorniamo alle storie "limitrofe". Circa dieci anni più tardi dei nostri conoscenti raccontarono di aver posteggiato regolarmente, e guarda caso, a qualche decina di metri dal luogo dove fu uccisa G.Masi e mentre guardavano sullo stradario il luogo dove stavamo andando sentirono una frenata e il rumore di retromarcia fin quando l'auto, con tre individui a bordo, non frenò ancora affiancandoli, velocemente cercarono di uscire per allontanarsi ,tamponando leggermente l'auto ferma retrostante,cosicché uscirono per affrontarli e si trovarono di fronte due individui che protestavano per il loro comportamento  per poi mostrare, solo allora, il distintivo.  Ci si chiede se fossero riusciti ad allontanarsi e magari raggiunti proprio sul luogo a ricordo di G.Masi.  In sintesi, in quel triangolo vi sono concentrati ben tre ospedali: S.Spirito, S.Gallicano e Nuovo Regina Margherita e i tre omicidi più il ferimento del Papa sono all'incirca a simmetriche distanze dai suddetti ospedali. .
 Nel video la canzone "Letto 26" di Stefano Rosso, il quale la compose nel suo ricovero ospedaliero in uno dei suddetti tre ospedali all'incirca nel periodo in cui G.Masi veniva uccisa.  L'autore le dedicherà una sua canzone dal titolo "odio chi".