l'evidenza in cui oltre al trapianto dell'organo in sé si trapiantano anche componenti psichiche, vale a dire caratteriali (gusti, preferenze e altri tratti di personalità), che incidono sulla psiche e, quindi, sulla vita di chi ne viene in possesso. Ciò, per certi versi, è anche supportato da studi sugli ologrammi dove ogni in parte si riflette il tutto, cioè contiene la memoria, il "codice" indelebile, un, possiamo dire, cervello proprio; anche per questo si fa ricorso agli anti rigetto. La medicina non ammette il suo fallimento nel risolvere il problema degli stati di coma e ribalta il tutto in successo con l'espediente del trapianto e dell'invenzione di morte (cerebrale): sacrifico uno per rattoppare sull'altro. Al primo vanno gli "onori" del sacrificio (i media gli dedicano ampio spazio) al secondo il "successo" della medicina fallimentare.
Considerata la scarsità di prelievo d'organi, almeno per il rene, tramite incidenti, oggi si ha la possibilità di prelevare organi dai sani: rifiuteresti di dare un rene al tuo partner o parente stretto? Considerando che un organo trapiantato dura in modo ottimale (in media dura di meno, anche undici anni) venti anni al massimo questo è anche il tempo in cui il rene del donatore, sfinito, richiede trasfusioni di sangue fino, a sua volta, il trapianto. Cosicché la medicina avrà raddoppiato sia le domande che i sostenitori dei trapianti...un successo: rattopare un corpo malato e danneggiare un corpo sano. Su questa via anche la genetica dà la sua complicità nel concepire perversamente la prevenzione, o meglio la predizione tratta dal fondo del...DNA, fino all'amputazione di parti sane.
Lo stato di coma, quindi, non esclude lo stato di coscienza, confermato anche da coloro che uscendo da un coma giudicato irreversibile riferirono fatti e parti di discorso tra medici e infermieri che gli stavano attorno durante il suo stato di coma.
La scoperta della genetica, la psicochirurgia, scrive L. Lombardi Satriani, manipolano i corpi e controllano la coscienza (e la gestiscono -ndr).
Lombardi Satriani riprendendo la concezione della gestione mortuaria della civiltà tecnica, cioè necrofoba e sempre più mortifera de "L'uomo rimodellato" di V.Packard si domanda quale tipo di uomo si dovrà costruire dalla società psico-civilizzata.
In sintesi per la medicina dei trapianti noi siamo macellerie ambulanti dove ogni "frattaglia" è marchiata D.O.C. attraverso Banche Dati DNA per selezionare nei trapianti, affinché si abbia una quotazione valutaria che influisce anche sulle statistiche assicurative. Ritornando a Lombardi satriani, egli denomina quanto da noi detto come "zona di morte". Un vecchio ipocritamente rinominato anziano o uomo della 3°età è peso morto sociale, improduttivo, e noi aggiungiamo che lo è anche per i trapianti; quindi valutato sottozero, già sottoterra. Egli centra appiena l'articolo del quotidiano quale dell'impadronirsi dell'altro della chirurgia fino a possedere il suo corpo appropriatamente riutilizzato e ne specifica il riferimento proprio ai trapianti d'organo dei bambini ed in generale agli ospedal e tanatocrati che gestiscono il potere sulla vita e sulla morte ..... continua