sabato 10 gennaio 2009

Umberto D. intervista inedita in risposta a La Valigia dei Sogni La7

Nel precedente post abbiamo riportato parte del raccconto di un partigiano -medico- che fu costretto a rifugiarsi nei sottopassi del Policlinico di Roma, e qui accudito da una suora e da qualche operatore sanitario. Sempre nel precedente post abbiamo ricordato lo scopo degli ospedali nella loro origine come luoghi frequentati da soli religiosi per dare assistenza, accudire gli emarginati, i senzatetto e, in generale, gente in difficoltà. In questo primo periodo i medici erano esterni a tali strutture. Inoltre abbiamo ricordato di come questo aspetto si sia mantenuto ancora oggi seppur limitato in microscopica parte di fronte all'ormai imponente presidio medico. Infine abbiamo discusso sul conflitto, che vide sfrattati una compagnia di frati per necessità sanitaria-ospedaliera, tra il potere medico-politico e i frati stessi. Su tale questione, tra l'antico è l'odierno, vi si pone una riflessione neorealista firmata De Sica-Zavattini, cioè il film dal titolo "Umberto D.". Il film è stato messo in onda la settimana scorsa da LA7 nel programma "la valigia dei sogni" -in cui seguono commenti al film e riproposizione di alcune scene assieme ai luoghi attuali in cui furono girate. Almeno per quanto riguarda gli aspetti del film, che possono interessare il presente blog, possiamo dire che i più rilevanti si riferiscono ai seguenti punti:
1-sia alla situazione precaria degli anziani, CHE "BENE" -accentuando i sintomi oppure fingendo di star male, per essere accuditi "tetto e pagnotta", con la complicità di religiosi che gli stessi anziani imploravano, magari fingendosi religiosi- O, di fatto, "MALE" -per stenti e quindi incuria- venivano, alla fine, costretti a soggiorno ospedaliero. Insomma, ingurgitando, così, farmaci da sani, che giustificavano il ruolo del medico, e, dall'altra, spulciando rosari, magari da laico, per giustificare quello religioso. 2- Sia al destino crudele dei cani passati per la camera a gas nel Canile Municipale -lager a tutti gli effetti.
A tal riguardo abbiamo dovuto constatare che "La valigia dei sogni" ha trascurato proprio questi due aspetti omettendo di riproporre sia scene che commenti, ad essi attinenti, nonostante abbia riferito sul doppio sequestro per censura di questo film da parte di Andreotti. In questo blog noi rispondiamo al suddetto programma LAsettimino attraverso una recente intervista inedita ad un regista P.M. -da parte di un lettore del presente blog- che ebbe qualcosa a che vedere con "Umberto D." :
Intervistatore - Lei è stato. complessivamente, un assistente e un aiuto regista per la Trilogia delle Borgate (Accattone, Mamma Roma e La Ricotta) di P.P.Pasolini, quindi è stato immerso nel pieno del neorealismo. Recentemente è stato riproposto in televisione (LA7 -La Valigia dei sogni-) un capolavoro del neorealismo quale "Umberto D."; film che ebbe all'inizio delle censure. Il neorealismo mise a crudo delle verità sulle condizioni precarie di chi era emarginato che i governi tenevano nascoste: ci può parlare di una qualche sua esperienza su questo aspetto? Considerando anche il fatto che il film aveva più motivazioni per essere censurato, oltre la condizione precaria di un pensionato "...a la Umberto D." ,
quali: il ricovero ospedaliero per necessità di un tetto e della "pagnotta" ricompensato con l'ingurgitamento di farmaci e nell'assecondare il religioso; La realtà sul canile lager.
P.M. -Le parlerò proprio di quando mi interessai per la proiezione di "Umberto D." Allora ero presidente di un circolo del cinema e nel ciclo di film da proiettare inserimmo nel palinsesto proprio il film cesurato di Zavattini-De Sica. Deciso andai a ritirare le due pizze contenenti l'intero film e benchè ingombranti e pesanti le portai sottobraccio fino agli uffici della questura che si trovavano vicino a Piazza Indipendenza. Lì approcciai il vicequestore che telefonò al questore e questi, a sua volta, si consultò con l'ufficio di Andreotti. La risposta fu positiva per il dissequestro e la conseguente proiezione pubblica -probabilmente non si voleva venire in conflitto con me, richiedente il dissequestro -almeno temporaneo- in quanto, allora, ero anche presidente di sezione della D.C. -ruolo che lasciai di lì a poco dopo aver organizzato una manifestazione di protesta studentesca-. Finalmente, il film venne proiettato pubblicamente per la prima volta nella lì vicina (Piazza Esedra) sala cinematografica de "Il Planetario", che si riempi di pubblico fino a diventare stracolma, rendendo giustizia alla libertà di espressione della corrente neorealista."
Per merito di questo regista e di tutti coloro che sostenevano la libertà di espressione molte persone riuscirono a vedere questo film che fu censurato per oscurare le condizioni di vita di chi passava già inosservato nell'affacendamento, del cittadino medio, del quotidiano.
Nel video il famigerato canile municipale di Roma con la camera a gas