venerdì 16 gennaio 2009

Mobbing -Cornuti e bastonati: Dallo stipendio al sostegno per disabili psichici









Una delle questioni sul mobbing ancora scarsamente o per nulla discussa è sull'abilità di tutto o parte di un intero organico di ufficio, dal basso verso l'alto, nel raggiungere una così perfetta intesa da circuire la preda (l'impiegato scomodo) tanto da farlo incappare nella trappola. Un'altra questione riguarda invece la scoperta di questa dinamica -chiamiamola- di branco di cui ci si è accorti solo di recente -il termine fu coniato nel 1984. Infatti, risalendo alle origini delle civiltà, il cosiddetto "capro espiatorio" -simile a colui che subisce il mobbing- ha radici molto profonde e si estende anche alle altre specie riunite in branchi: un animale che non riesce ad adeguarsi alle aspettative del branco per diversi motivi -anche per qualche handicap- viene isolato o spinto dal branco ad allontanarsi anche per mezzo di minacce e aggressioni, se la vittima insiste a rimanervi. Le religioni simbolizzarono questa dinamica da branco con il sacrificio, prima di umani poi di animali, che serviva per tenere assieme gli adepti al fine da polarizzare le loro reciproche insicurezze -sulla socializzazione- su una vittima immolata piuttosto che tra di loro. In questo contesto non vogliamo approfondire le origini della dinamica suddetta piuttosto sollevare un'altra questione che ci riguarda più da vicino, cioè su tutti i nostri amici e conoscenti che si sono ritrovati intrappolati nel Trattamento Sanitario Obbligatorio -perlopiù psichiatrico- sia prima che dopo la scoperta ufficiale del mobbing, che mirava proprio a far perdere le staffe alla vittima mandandola fuori di testa fino a farla cadere nella trappola del T.S.O., trattamento che può anche essere effettuato mitigato se attivato con il consenso della "vittima" che si rivolge, per suggerimento, agli psichiatri divenendo così "paziente" (diagnosticato -depressione, ansia con possibile tendenza al suicidio), durante il mobbing. Ora sorgono altre due domande: 1- Come mai i medici psichiatri (con un corso di studi universitario di 10 anni) non si accorsero di questo nonostante l'alta affluenza di T.S.O. e di ricorsi agli infami ospedali di tutti coloro che denunciavano stress da lavoro -per quanto ci concerne direttamente anche medici scolastici, professori di scuola statale (110 e lode in filosofia), ingegneri etc.- ; 2- Perchè oggi, conoscendo le dinamiche del mobbing, si aspetta che la vittima raggiunga un quadro clinico psichiatrico, o vi è necessità di affibbiaglierlo, per poter intervenire?. Anche da questo aspetto si conferma sempre più l'inadeguatezza della concezione di prevenzione delegata all'ambito medico; dall'altra, sempre più la necessità di aumentare la sorveglianza nelle istituzioni per la sicurezza del cittadino stesso da colui che lo dovrebbe assistere; piuttosto che aver aumentato i controlli nei confronti del cittadino stesso, che è tra l'altro il contribuente dei suddetti servizi. In sintesi: Le istituzioni, sopratutto sanitarie, possono controllare il cittadino ma il cittadino non può controllare le istituzioni che finanzia. Del resto, tutto ciò, andrebbe bene anche per chi vi opera, ad esempio nelle infami istituzioni ospedaliere; considerato che già nel 2004 veniva denunciato (lo dice proprio chi sostiene l'intervento speculativo del mobbing delle ASL: vedi http://www.antimobbing.com/ -12 nov. 2004) un abuso di mobbing subito almeno dal 50% del personale femminile, chirurgo in queste vili strutture sanitarie. Si veda a tal proposito anche il caso eclatante di mobbing su Giovanna de Nigris dipendente dell'Ospedale (e oftalmico) fatebenefratelli di Milano http://www.mobbing-sisu.com/cronaca_documentata.php .....continua