venerdì 12 febbraio 2010

La Repubblica (quotidiano), Il Padrino. La Schedatura Sanitaria



Solo due post fa avevamo riportato i giornali che recentemente minimizzavano o tacevano sugli omicidi dei medici ospedalieri sui pazienti ora dobbiamo ricrederci sui giornali che li riportavano in prima pagina. Per muovere serie critiche alla corporazione medica con tutte le sue nefandezze a danno dei malati occorre la "protezione" di un "garante-padrino" che operi in attivo in tali infami luoghi e ieri si è dovuto pagare uno scotto, la Repubblica riportava in prima pagina la legge che obbliga a porre sulla carta d'identità l'assenso, o non, sull'espianto dei propri organi sostenendola. Non poteva fare altrimenti, considerando che il suddetto suo garante-padrino chirurgo è anche autore di un recente libro a sostegno della predazione d'organi. Allora, a chi si deve rivolgere tutta la gran massa di vittime dirette ed indirette da danni iatrogeni ospedalieri che hanno preferito si divulgassero simili nefandezze ospedaliere piuttosto che essere risarcite e tacere? Gli sciacalli, oltre che a inventarsi le malattie e a modificare i livelli di normalità nelle analisi cliniche, abbassando la soglia che rientra nel "sano", hanno anche inventato le morti (clinica, apparente, cerebrale e così via) e proprio come gli fa più comodo. La Carta d'Identita' non è più a scopo identificativo ma anche una sorta di schedatura medico-poliziesca pari o anche peggio del passaporto sanitario di poco più di un secolo fa in tempo di epidemia. Ci si era illusi quando hanno tolto la Tessera Sanitaria (TS), ora sappiamo il perché: la Carta d'Identità (CI) la sostitusce in pieno e questa, al contrario della prima (TS), è strettamente obbligatoria. Alla legge del consenso o non all'espianto sulla CI seguirà l'apposizione di altri codici quali del sangue e, perchè no, del DNA giustificata per eventuali trapianti genici etc. -sopratutto per la nostra posizione e predisposizione alle malattie, anche mentali !, e valutazioni varie. Si provi solo ad immaginare le conseguenze di chi appone un "No" sulla sua CI, vale a dire è meglio stare alla larga da qualsiasi servizio sanitario e sopratutto ospedali; è una persona che viene automaticamente biasimata, egoista e anti-progressista di chi si adopera verso i disgraziati. Invece, no. Se dovesse avvenire l'infame schedatura sanitario-poliziesca noi ci riserveremo il "No" sopratutto a ciò che fa comodo a coloro che nascondono le loro nefandezze e che rifiutano la trasparenza.

Riportiamo a tal proposito quanto scritto in un intervento di un nostro lettore al blog di Grillo:
""La Repubblica" ha dato pienamente voce ai medici approvando il delegare il giudizio e l'intervento su tali nefandezze al potere medico stesso; personaggio di spicco il senatore PD I.Marino il quale chiede un'Autorità(..?) di vigilanza, un Istituto che effetti controlli e verifiche di qualità di prestazioni e cure offerte. Certo, e magari gli mettiamo a capo un medico, il ché avrebbe funzione di capo dei capi di un'istituzione dentro un'istituzione stessa che ha ha già le stesse funzioni gestite dai medici stessi. A che potrebbe servire se non a immunizzare gli ospedali e i medici dai tribunali filtrando e restringendo ancor più la trasparenza. A far eco a Marino è il medico ospedaliero pentito P.Cornaglia-Ferraris che abbandonando il pigiama di cui fu costretto come un comune disgraziato degente è ritornato in camice bianco e a difendere la categoria e pretende di non denunciare i medici ma vedere cosa si è sbagliato quando si rovina o uccide un degente in ospedale. Così il suddetto medico pentito ritratta quanto scritto nel suo libro "Camici e pigiami" dove denunciava la completa assoluzione all'equipe medica colpevole di aver fatto morire una donna assieme al neonato in una clinica ostetrica (nel libro non si fanno nomi ne di cliniche ne di medici).Per cui Corvaglia-Ferraris potenzia il ruolo di cavie dei degenti. Qualche settimana fa la RAI intervistò L.Ferrozzi che spiegava i vari tipi e ordini di mafia assieme alle loro funzioni, da quella più direttamente criminale, la faida, a quella tipicament politica. Ma noi vediamo che tra i molti tipi di associazioni a delinquere vi è il denominatore comune di rifiutare la trasparenza, il che rende gli ospedali (e carceri) e chi vi lavora dentro non dissimili dalle suddette organizzazioni delinquenziali. Chi aderisce a questi gruppi -consapevole o meno di danneggiare- non ce l'ha scritto in fronte ma traspare da quello che dichiara o rifiuta. Delegare la gestione della soluzione alla malasanità ai medici stessi e come delegare i mafiosi a giudicare altri mafiosi che si sono fatti catturare: entrambi devono difendere e salvare la categoria e non certamente le vittime. Il giudizio rimane interno alla categoria e si verrà a giudicare chi si è fatto scoprire di mancanza di professionalità. Gli ospedali moderni nascono già forniti di scudo anti-trasparenza che immunizza la professionalità medica da attacchi esterni per tutte le loro nefandezze, mentre per tutti gli altri ospedali occorre risolvere alla meglio e un medico delegato a ciò proporrà di tutto, anche progetti stravaganti per evitare la completa trasparenza disastrosa per le infami strutture ospedaliere e il potere merdoso medico ospedaliero. "