mercoledì 4 luglio 2012

ControProcesso per gli animalisti liberatori di cuccioli al lager di Montichiari Green Hill

Dalla denuncia della Polizia e dei carabinieri si può evidenziare una forzatura nell’esporre e elencare i reati, tutti in “arresto di flagranza di reato, quali: rapina in propria, furto pluriaggravato, violazione di domicilio, invasione di terreni ed edifici e danneggiamento aggravato alla resistenza e violenza a Pubblico Ufficiale. Vengono specificate le “azione violente poste in essere verso le forze di polizia”, consistenti in lancio di sassi e altri oggetti al loro (polizia) indirizzo causando il ferimento dei due Dirigenti –del Servizio e della Digos- e di altri due Carabinieri (tutti refertati per lesioni guaribili entro otto giorni. Ciò ha causato l’incarceramento di dodici persone incensurate. Per leggere l'intera deuncia digitare sul seguente indirizzo:

Occorre ora chiarire in fatto di termini di rapina e furto –pluriaggravato-. Un furto o una rapina non sono azioni dimostrative dove si ostenta palesando pubblicamente la “refurtiva” fino ad innalzarla a trofeo della liberazione tanto che più di “flagranza di reato” le forze dell’ordine lì presenti se li sono trovati (i rei) nelle mani quasi a costituirsi. Quindi, tutt'altro che furto e/o rapina dove si opera non visti, nascondendosi e nascondendo la refurtiva.

Furto pluriaggravato? Di cosa? I cani non sono oggetti, sono animali, quindi in grado di pensare, di intendere e di volere –e di non volere-, provano sofferenza (pathos) e il loro linguaggio è strutturato in una grammatica (vedi Treccani). Perfino il più grande vivisettore, Pavlov, riconosce sintomi nervosi patologici sia nei cani normali che castrati. Durante la sperimentazione i vivisettori si accorsero dell’attività psichica del sentimento, ad esempio: i cani lacrimavano sul tavolo operatorio ancora prima di venire offesi dalle tecniche d’irritazione vivisettorie. I cani (e gli altri animali) sono consapevoli di ambienti di tortura, ad esempio come quelli che denominiamo lager: Green Hill è un lager. Lager era denominato, dagli stessi vivisettori, anche il “Koltushi” -base per animali da vivisezione-, con tanto di “torre del silenzio” –dove gli animali tracheizzati attendevano il loro turno di tortura vivisettoria e morte- così orrenda che gran parte dei vivisettori cercavano di non entrarvi. Alla stessa maniera i cani (e altre cavie) cercano la fuga da simili squallidi e aberranti luoghi. Perfino Pavlov ha dovuto riconoscere negli animali in contenzione o in via di contenzione ciò che lui denominava “riflesso di libertà”. In sintesi la volontà di evadere. Va chiarito che Pavlov generalizzava il termine “riflesso” o “stimolo condizionato” applicandolo ovunque, anche la religione, da lui vista come il più elevato di tutti i riflessi condizionati umani; così anche il mondo dell’uomo è un reale stimolo condizionato. Per non parlare della sottomissione, anch’essa annoverata nella categoria dei riflessi: “riflesso di sottomissione” della servitù. Insomma, il termine pavloviano di riflesso è parallelo a quello di un’azione di tutela, prevenzione e di salvezza dalle situazioni ostili alla sopravvivenza. Vediamo ora ciò in alcuni esempi di cani vivisezionati:

“ Il cane prima dell’esperimento guaiva e durante gli esperimenti tentava la fuga dal tavolo (operatorio)…L’animale si muoveva continuamente, si dibatteva in tutti i modi nella gabbia, graffiava il pavimento, spingeva e mordeva il telaio della porta, ecc. Tutto ciò era accompagnato da dispnea che andava sempre aumentando verso la fine dell’esperimento…ma quando lo facevamo uscire dalla gabbia, il più delle volte veniva ad accucciarsi immediatamente ai piedi dello sperimentatore…Solo lasciandolo libero, pur se mantenuto al guinzaglio, il cane si calmava…una cosa era evidente: il cane non sopportava di essere legato e di essere limitato nella sua libertà di movimento…il riflesso di libertà”. Ma no?! Davvero?...

Non è una scoperta fenomenale?! Questa è la vivisezione! Per il riflesso di libertà 12 animalisti antivivisezionisti –incensurati- sono finiti in carcere. Per aver aiutato ad evadere dalla tortura dell’inutile vivisezione dei cuccioli assieme ad alcune loro madri. Tortura vivisettoria è un termine riconosciuto dagli stessi vivisettori, ecco un esempio:

“Il cane Postrèl è stato sottoposto da federov a vere e proprie torture nel senso di problemi al sistema nervoso…”. “Per rendere il cane Barbos (cane sanissimo) nevrastenico abbiamo dovuto sottoporlo ad una serie di procedimenti con urti di processi positivi e negativi, in continuazione per un anno intero e solo alla fine ha perso l’equilibrio”.

I cani hanno sentimenti, e intelligenza, e riescono a comunicarli, ecco un esempio di come il vivisettore stesso in un barlume di consapevolezza riesce ad intravederli:

“A quell’epoca i cani erano forniti da ladri di strada che ne acchiappavano di ogni specie, con collare o senza. Noi peccavamo, dunque, insieme al ladro..Fui colpito (scrive Pavlov) da un setter bianco che cercava di saltare la staccionata (del recinto) e lo invitammo in nostra compagnia e ci colpì la sua gioia e affettuosità straordinaria che mi commosse. Mi fece un effetto tale che non ebbi il coraggio di operarlo. Decisi di risparmiarlo e di portarlo a casa..cercando di scoprire il nome che gli avevano dato i suoi padroni prima di rubarglielo”.

Con questa confessione il più grande vivisettore è mosso da sentimento animalista e libera il cane dalla tortura e morte da vivisezione.

Anche da questo frangente l’azione dei 12 animalisti può ritenersi più che giustificata. E, comunque, doppiamente giustificata se teniamo conto di tutti gli altri grandi vivisettori che si resero conto dell’inutilità e inganno vivisettorio dimostrandolo con prove e logica così robuste da non poter essere adeguatamente confutati tanto che il potere delle lobbies medico vivisettorie non poté fare altro che licenziarli dal laboratorio fino anche ad espellerli dall’albo professionale! I loro libri –molto voluminosi- che riuscirono ad essere pubblicati in diverse nazioni (dagli USA all’Europa –Italia compresa) benché delucidassero esattamente le tecniche vivisettorie e spiegassero la loro inutilità furono commercialmente boicottati dalle suddette lobbies. In ogni dibattito che si riuscì a realizzare (vedi il video allegato al post) i vivisettori ne uscirono perdenti; eppure si è continuato su questa falsa via, vivisettoria, che impedisce di voltare pagina verso ricerche veramente consistenti.

Passiamo ora dalla “flagranza di reato”, “furto pluriaggravato” e “rapina in propria” alla questione sulla “resistenza e violenza a Pubblico Ufficiale”.

Che vantaggio hanno gli animalisti nel conflitto con Polizia e Carabinieri? I conflitti con le forze dell’ordine vanno a vantaggio della controparte, pertanto gli animalisti evitano un tale conflitto.

Più che altro, in riferimento alla suddetta tensione e azione violenta, c’è da chiedersi invece perché la polizia bersagli a sassate gli animalisti e perché i carabinieri gli sequestrino materiale informativo sulle torture vivisettorie su uomini e animali anche inerenti ai lager nazisti.

Infatti, quando gli animalisti contestarono con un pacifico sit-in informativo sul demenziale e crudele tiro al piccione a Roma in Piazza delle Muse, Primavera 1973, la polizia allontanò dalla piazza gli animalisti tirandogli i sassi addosso (vedi le cronache di allora in diversi quotidiani, anche tra i più noti). Dall’altra, come riportato nel video qui allegato l’articolo del giornale BresciaOggi del 12 Dicembre 1988, che riporta il sequestro del materiale informativo sulla vivisezione tratto soprattutto da foto recuperate dai lager nazisti. Eppure molti carabinieri furono vittime dei Nazisti per non aver ceduto alla loro dittatura. Invitiamo i Carabinieri che non l’avessero ancora fatto a ricordare i loro suddetti, coraggiosi, colleghi visitando il Museo della Resistenza a Via Tasso in Roma.

Manca ora da chiarire le violazioni o invasioni di terreni ed edifici. In questo ambito ritorna l’intenzione dell’azione, cioè a mero scopo di dimostrazione, per ragioni di valore di ragione e sentimento fin qui focalizzati. E’ possibile che in un’azione dimostrativa possa capitare qualche danno fortuito che, se provato, può risarcirsi.

Certi valori sentimentali (da tempo in via d’estinzione) possono far sollevare anche fin sopra i tetti chiunque, anche grandi personaggi di fama mondiale, fiore all’occhiello anche in materia di giurisprudenza…Vogliamo trasporre la sentenza anche lui?

Avete sentito alla fine del video qui allegato? Minacciano di non dare le cure a chi ostacola la ricerca vivisettoria. Cure??! Non fate ridere e piuttosto ridate il microscopio che avete tolto alla FISICO Gatti. Perchè i vivisettori, negli anni 90 non hanno rispettato i patti di far cessare la vivisezione inerente alla cosmetica, entro 7 anni, una volta raggiunto il numero di firme di cittadini che lo richiedevano. perchè alla fine degli anni 80 promettevano di far ritornare la memoria agli anziani dopo cinque anni ma nulla di ciò è accaduto. Queste come migliaia di altre "promesse" ingannevoli sono servite solo per finanziare la vivisezione.