giovedì 28 giugno 2007

Indefettibili

Che cosa si può intendere per "buona sanità" sulla base delle conoscenze attuali? Molti anni fa la valutazione degli errori in ambito sanitario a discapito dei pazienti era ristretta a riunioni di gabinetto medico, dove si discuteva sull'incidente al pari di un incontro didattico. Successivamente, a causa della pressione delle vittime e loro parenti, aumentarono i ricorsi in tribunale. Si passa così da un ambito prettamente medico anche a quello giuridico: nasce il Tribunale dei Diritti del Malato (T.D.M. -1980). Oggi, in un'intervista televisiva, una delle maggiori rappresentanti del T.D.M. riassumeva che in tanti anni di attività del T.D.M. e, raccolte innumerevoli denunce di vittime della sanità, con danno così evidente da giudicarne un risarcimento, non vi era riconosciuto, però, alcun errore (almeno quelli dove non vi si era lasciato pezzi di kit chirurgico). In effetti, anche il suddetto passaggio di competenze rimane, comunque, di dominio di specialisti: una volta dal giudice il fascicolo ritornava in mani mediche (legali) che dovevano proporsi contro i loro colleghi baroni e valutarne l'errore. Ne consegue che poi si riduceva solo a valutarne l'evidenza del danno più che l'errore. Inoltre, procedendo per vie legali, non si poteva fare altro che delegare parola al ristretto ambito del processo, rimettersi e rimandare alla sentenza. Da tutto ciò nasce l'esigenza di diffondere il problema attraverso mezzi d'informazione (stampa e radio-TV) e dal giuridico si è passati anche al civico. Al cittadino, così finalmente informato, sembra che solo oggi ci sia tutto quello che si è scritto e detto sugli ospedali.
Il non poter riconoscere gli errori tecnici medico-ospedalieri di,oltre tutto, decine di migliaia di vittime (90 morti al giorno, senza contare anche i danneggiati ancora in vita), dimostra che la medicina, anche se rivendica di essere scientifica, non ha nulla a che vedere con la scienza. Essa è, in un certo senso, un' "arte" dove si abbozzano dei procedimenti da scegliere e, al limite, da proporre a chi ha credenza in uno o nell'altro di questi ("libertà" di scelta di cura). ...continua