lunedì 2 luglio 2007

Indefettibili-2 (contin..)

Ma che cosa significa avere la possibilità di scegliere tra le cure ufficiali, il siero di Bonifacio, il Metodo Di Bella, l'acqua di Lourdes, e altre innumerevoli proposte. Forse si dovrebbe cominciare da quella che si ritiene meno invasiva oppure da quella più drastica? Oppure andare per tentativi? E' chiaro che ognuna delle proposte ha avuto dei successi laddove la medicina ufficiale ha fallito...ma , prima di tutto, c'è veramente scelta? L'individuo è posto in una maniera di fare serenamente le sue scelte? Nell'apparente guerra tra varie correnti di terapie ognuno è, però, volto a limitare il suo operato nel contesto (suo gabinetto medico) del potere curativo del suo rimedio e non sulla base di un pensiero filosofico e scientifico integrale. Oggi anche l'olismo è divenuto limitato nel contesto delle cure. Ad esempio adoperare il termine "Medicina olistica" significa separare una qualità già inglobata nel sistema-Olismo; chiunque si dichiari olista ha gia in sè conoscenza della salute , in caso contrario deve completare il percorso ma non specializzandosi in quello che comunemente viene indicato come medicina ma anche in tutto il complesso filosofico e scientifico. Se esiste una medicina olistica, allora deve esserci una biologia olistica, una sociologia olistica etc...il che ricondurrebbe a compartimenti stagni dipendenti dalla visione antagonista allo stesso olismo quale quella meccanicista e specialistica delegata specificatamente ai laureati in quello stretto ambito e difesa da corporazioni.
Chiudiamo questa parentesi riaprendo e approfondendo la questione in un prossimo post. Riprendiamo ora il discorso sulla scelta delle cure sulla base di quanto finora detto e chiamiamo in causa un famoso scienziato (fisico-matematico) che volle soffermarsi su tale tema riferito però al contesto delle leggi. Egli sottolinea che al cittadino si dà la condizione di scegliere l'approvazione di una legge; ma la legge è imposta (quindi divina) quindi, chi poi la rifiuta è pazzo. Quindi, la legge, regola sociale, cioè inerente alla logica rispetto al cittadino ha una parte che si mutila, perché, nella riflessività tra “falsificazione” e “in-significazione”, il cittadino può solo o accettare o respingere; il che rientra nel dominio “sapere”.
Però egli sa le regole ma non gli è lecito intenderle (entrare in tensione). Se ora sostituiamo lo scegliere l'approvazione di una legge con quella dello scegliere una cura il discorso non fa una piega . Ne consegue che oltre all'essere "arte", e non scienza, la medicina si pone nell'aspetto della "sacralità". Insomma la medicina è "Arte Sacra".