domenica 14 giugno 2020

Covid19 e lo sviluppo sostenibile delle multinazionali biochimiche farmaceutiche



        Nel 2007 veniva pubblicato quanto segue:

  "Si stima che il mercato mondiale dei prodotti farmaceutici raddoppierà il suo valore nei prossimi 13 anni, raggiungendo i 1300 miliardi di dollari (circa 970 miliardi di euro).
    Le ragioni che supportano le aspettative di crescita sono molteplici.
La popolazione aumenta ma, soprattutto invecchia e l suo potere d'acquisto tende a crescere parallelamente alle preoccupazioni per le questioni legate alla salute e alla prevenzione.
   Nel 2020 circa 719,4 milioni di persone avranno più di 65 anni, il 9,4% della popolazione mondiale; nel 2005 tale percentuale era pari al 7,3%.  Di queste persone si stima che almeno il 36% sarà costretto ad assumere una media di 4 farmaci al giorno. Inoltre il processo di crescita economica che si presume coinvolgerà alcuni paesi emergenti (Brasile, Cina, India, Messico, Turchia, Russia e Indonesia, i cosiddetti E7) triplicandone il PIL nei prossimi 13 anni, farà impennare la spesa destinata ai farmaci. Per allora, circa il 20% della spesa mondiale sarà concentrata nelle economie emergenti.
  Parallelamente a tale evoluzione, il settore sta vivendo da alcuni anni l'acuirsi del problema della diminuita produttività della ricerca (minor numero di scoperte e di prodotti) a fronte d'investimenti crescenti.  In attesa delle conoscenze della post-genomica, derivanti cioe' dalla comprensione del genoma umano e capaci di terapie quasi personalizzate, le nuove molecole resesi recentemente disponibili sono poche.
 Nel 2006, la spesa nordamericana dedicata alla R&S biofarmaceutica ha raggiunto la cifra record di 55,2 miliardi di dollari (gli USA rappresentano circa 3/4 della spesa globale).  A fronte di tale impegno la FDA americana ha approvato soltanto 22 nuove molecole, un numero lontano dalle 53 che approvate nel 1996 quando la spesa in R&S era meno della metà della somma attuale.  Anche tenendo conto dell'inflazione, l'industria sta investendo il doppio in R&S rispetto ad una decade fa per produrre i 2/5 di nuove medicine di allora.
 Parallelamente, si profila in misura crescente l'uscita dalla copertura brevettuale di un elevato numero di farmaci importanti.  Si stima che le maggiori imprese farmaceutiche perderanno dal 14 al 41% del loro reddito entro la 2012 per tale ragione.
  Si prevede, inoltre, un significativo e rapido sviluppo del settore dei vaccini, dove stanno operando cinque importanti imprese (GlaxoSmithKline, Merck, Sanofi-Aventis, Wyeth e Novartis) che lavorano sia sui vaccini tradizionali, quelli profilattici per la prevenzione di malattie, sia su quelli terapeutici ---campo di più recente acquisizione -- per il trattamento di terapie come il cancro o la dipendenza di sostanze d'abuso.  Attualmente i vaccini monovalenti in sviluppo clinico sono 245 e 11 quelli multivalenti; alcuni esperti valutano che tale mercato potrebbe valere fino a 42 miliardi di dollari nel 2015.  Inoltre, la gamma di indicazioni sta ampliando includendo vaccini per la dipendenza da cocaina, il diabete, l'ipertensione, l'Alzheimer, la psoriasi, le allergie alimentari, l'artrite reumatoide e la dipendenza da nicotina.   Ma l'oncologia e' di gran lunga la zona terapeutica a oggi piu' significativa, con 90 vaccini terapeutici in sviluppo per il cancro.
  Esistono, quindi, opportunità e spazi di crescita rilevanti per il futuro delle imprese del farmaco; le condizioni perché tali opportunità siano colte non sembrano però completamente realizzate.....  Continua