sabato 18 agosto 2007

L'anziano nell'istituzione coatto-ospedaliera -ad esempio, il complesso ospedaliero S.Giovanni-Addolorata

http://www.repubblica.it/2007/03/sezioni/cronaca/trapianto-epatite/trapianto-epatite/trapianto-epatite.html
In un precedente post abbiamo segnalato il sito che riporta le drammatiche e letali sofferenze subite in ospedale da una signora a cui il figlio ha dedicato un intero sito http://www.difriscoiolanda.it/.
Ma vi è stato anche chi, sempre per la stessa motivazione, ha organizzato una conferenza e tavola rotonda. Divideremo in due post la suddetta conferenza riportando la prima parte nel presente post.
Si è svolta presso l’Unione Vegetariana Animalista (U.V.A.), Via Quintilio Varo-Roma http://www.forumvegetarianoanimalista.it/ la conferenza su “l’anziano nell’istituzione coatto-ospedaliera -ad esempio, il complesso ospedaliero S.Giovanni-Addolorata". L’attenzione, delle decine di partecipanti, sempre più crescente nello svolgimento di una relazione-documento con contenuto in realtà così pesante e estremamente drammatico, ne ha fatto risultare un successo anche nel modo in cui è stata presentata.
Lo scopo della relazione-documento è quella di motivare un passaggio dal giuridico al prettamente civico con interventi culturali-popolari al fine che ognuno possa essere messo in condizione di rilevare i fatti che accadono all’anziano nell’istituzione coatto-ospedaliera, anche quelli che possono passare inosservati, per così raccontarli, tracciando un vero e proprio percorso e metterlo in confronto con altri. Tutto ciò è complementare all’attuale rilevamento focalizzato agli errori sanitari e la conseguente denuncia al Tribunale (facilitata dal Tribunale dei Diritti del malato) che, raccogliendo una grande mole di errori, omissioni ed abusi ha fatto rilevare l’inadeguatezza di fondo di simili strutture.
“E’ grave”. “Molto grave”. “Gravissimo”. “Prognosi infausta” (?). Con questa dichiarazione-sentenza, il medico ospedaliero, che in pratica, sta a dire “Perché l’hanno portato in ospedale?”, prende le opportune distanze dal “caso” e, comunque, ci si para dietro. Eppure, ciò in aperta contraddizione con le ricerche mediche che promettono soluzioni a tutto e per tutti. Perfino il recupero della memoria degli anziani attuato grazie d un qualche “bio-ingranaggio”, ad esempio, ieri chiamato fattore di sviluppo; intanto gli anziani più fortunati che godono della possibilità di attirare l’attenzione su di essi e riescono a continuare a dare un impegno alla loro vita arrivano ben lucidi e di mente-corpo vivaci oltre i limiti di età assegnati alla specie umana. Tutti gli altri sembrano avere ricevuto un “puntuale assemblaggio” per i morbi che intaccano il sistema mnemonico e di coordinazione motoria. [” (Relazione -Unione vegetariana Animalista-2005).
A 25 anni dalla dichiarazione dei diritti del malato negli ospedali non è praticamente cambiato nulla, solo il fatto, e non è poco, che si è facilitato ed incoraggiato ad esporre denunce mostrando pubblicamente le centinaia di migliaia di errori, omissioni, abusi, che hanno provocato spesso anche la morte dei degenti –da ora li chiameremo malcapitati- e, per quelli in cui si è avuta la fortuna di rilevarli, dei veri e propri omicidi volontari.
Il fatto che in tutti questi anni il gran numero anche di gravi errori sia immutato, suggerisce che non si tratta di questioni di…buona sanità ma della necessità di mantenere strutture che avrebbero dovuto essere smantellate subito dopo la pestilenza degli inizi del primo millennio. E’ indubbio che fin dalle loro origini l’idea degli ospedali nasce dalla “forma mentis” carceraria…Già Erofilo ed Erasistrato (intorno al 3° secolo a.C.) potevano disporre dei carcerati che passavano dal carcere al loro laboratorio per essere sezionati vivi -vivisezione. Non è, quindi, questione di estirpare solo qualche frutto marcio cercando di curare l’albero (curare l’ospedale), perché la gran mole di mele marce tradisce il ciclo proficuo di chi vi ci specula proponendo rimedi che danno ancora più stabilità al ciclo di errori (sintomi)-profitto (rimedi), mantenendo e rinforzando l’intera struttura.
Per motivi di spazio non possiamo riportare tutti i diritti del malato, pertanto ci limitiamo a quelli che sono più pertinenti al documento-relazione.
- Il diritto dei malati anziani ad essere assistiti anche dai propri parenti, ai quali deve essere riconosciuto il diritto di accedere negli edifici ospedalieri e nelle corsie senza limitazioni di orario, ma anche il diritto, nel rispetto di indispensabili norme disciplinari e igieniche a soccorrere con continuità i degenti anziani.
- Il diritto del malato anziano alla parità e alla eguaglianza del trattamento assistenziale e quindi i conseguenti diritti dell’anziano: Alla conservazione del posto-letto; Ad ottenere dal personale ospedaliero, soprattutto quando manca l’assistenza dei parenti, di essere aiutato, non in forza di una buona mera volontà, ma anche da precise norme di legge e di regolamento, nell’attuazione di attività vitali per le quali sia venuta meno un’autonomia della persona, come il mangiare, le funzioni fisiologiche indispensabili, il provvedere alla pulizia personale, il tenere con ordine e dignità il proprio posto-letto; Ad essere dotato di una sedia a rotelle, se immobilizzato, che gli consenta una libera mobilità all’interno delle strutture ospedaliere…e all’eliminazione delle barriere architettoniche.
- Il diritto del malato anziano a non essere ricoverato in ospedale su richiesta dei parenti quanto ciò non sia necessario, o sia fatto al solo scopo di procurare un’assistenza normalmente dovuta a persone in tarda età, impegnando le forze politiche, il Governo, il Parlamento, la regione, a prendere gli opportuni provvedimenti, anche finanziari in modo che sia garantito a tutti i cittadini, mediante la costituzione di appositi servizi sociali, il diritto ad una vita che non sia mera sopravvivenza.
- Il diritto di ogni morente a poter vivere con dignità la morte, evitando nei confronti suoi e di parenti e amici ogni forma di violazione di questa dignità anche tramite la possibilità, se venga fatta richiesta, di spazi appositi ove stare con loro.
- Il diritto del malato a non essere oggetto passivo di sperimentazioni per nessun motivo. Quando ciò sia richiesto dall’interesse collettivo (vaccini, terapie particolari, eccetera) devono essere portate precedentemente a conoscenza e al dibattito della collettività che dovrà avere dettagliata informazione per tutto quanto attiene ai vantaggi progettati, ai rischi previsti o possibili, eccetera. In ogni caso il malato o i suoi parenti hanno il diritto di concedere o negare il consenso, di ritirarlo quand’anche già concesso, di essere edotti dagli sviluppi della sperimentazione. Per tutto ciò potranno farsi assistere nella conoscenza e nella decisione da persone di loro fiducia. La sperimentazione dovrà in ogni caso svolgersi sotto la vigilanza di una commissione composta da sanitari e semplici cittadini tra cui anche rappresentanti del Centro per i diritti del malato.
Abbiamo preso in considerazione il presente documento perché oltre ad essere il più recente riporta un lavoro realizzato in condizioni particolari, quali, ad esempio i seguenti fatti: Il malcapitato è stato seguito sempre, 24 ore su 24, giorno e notte per un mese e mezzo; In tutto questo tempo ha dimostrato di resistere ai non pochi forti stress da ospedale nonostante il verdetto di Prognosi Infausta, su cui i medici non scommettevano più di uno o due giorni di vita, e che per questo, avevano pensato di disporre di una qualsiasi stanza piuttosto che un posto di prognosi riservata (allora…riservato a chi?)…; Inoltre, che il malcapitato sia passato per più posti-letto, e da un ospedale ad un altro (ben sette volte!); Infine che ha subito molteplici errori, incuria, omissioni, e a al parente che vi è stato accanto fatti passare non pochi inconvenienti.