lunedì 13 agosto 2007

La drammatica resistenza del popolo di Erbè

Dopo circa duemila anni la cittadina di Erbè sembra rivivere quanto accaduto nell'antica Roma, quando l'equilibrio ottenuto per circa 600 anni tra natura e salute veniva alterato a causa dell'invasione delle medicatrine (gabinetti medici ambulatori medici) -vedi post sulle "Origini delle fabbriche di malattie"-. Il popolo erbetano aveva trovato un suo equilibrio per fare fronte ai problemi di salute senza ricorrere a medici specialisti. Nel pieno della libertà di scelta della cura il medico era una figura praticamente pari alle altre quali, il flebotomo, lo speziere, l'ostetrica comare e..."il far da sè". Tutto questo finchè non si vollero imporre le stesse disposizioni delle altre città in materia d'igiene e sanità. Fu così che i medici specialisti assieme ai paramedici per attivare prima possibile i loro guadagni (il pagamento fu il primo loro biglietto da visita tanto da negare una visita urgente a chi era con loro in debito della visita precedente-benchè grave risanò poi senza ausilio medico) premettero per scalzare via i loro umili antagonisti. La lotta fu tenace perchè il popolo era quasi tutto dalla parte dei "vecchi saggi" e contro le nuove figure di specialisti imposte. Altrettanto forte fu l'imbarazzo dei politici incalzati dal popolo a non far sostituire i loro beniamini. Grazie all'accurata documentazione sulla storia della città di Erbè si può contastare la potenza della categoria medico-sanitaria sul politico tanto da farsi imporre nonostante la democratica scelta, contraria a tali figure medico-specialistiche, della stragrande maggioranza della popolazione. L'imposizione dei medici specialisti assieme al loro seguito di paramedici creò squilibrio non solo nella gestione della salute, ma anche in quella economica. Perfino lo speziale andò in rovina a causa della realizzazione della farmacia con i farmaci preparati in serie, omologati. Con la povertà s'imposero meglio le istituzioni medico-ospedaliere; i cittadini caduti in povertà, in assenza di un aiuto concreto, erano costretti ad essere ricoverati in ospedale ; lo stesso accadeva per i senzatetto -per questo bisognava costruire ospedali in ogni luogo-, anche in piena salute, in caso di epidemia. I poveri preferivano passare direttamente per l'estrema unzione piuttosto che chiamare un medico gratuito. In realtà il medico non è che un vigilante che sorveglia le popolazioni (specialmente durante l'epidemie) ed esegue gli ordini superiori: esecutivo ufficiale di polizia sanitaria. Totalmente impotente dal punto di vista terapeutico.
La vaccinazione non è stata scoperta dai medici ma da gente comune (vaccinazione deriva da vacca). In oriente vaccinarsi era un'operazione frequente che chiunque faceva da sè, sopratutto le giovani, timorose delle deturpazioni estetiche che avrebbe causato il vaiolo. Tutto ciò finche non fu sistematizzata ed imposta alla popolazione dai medici. Ad esempio, ai cittadini di Erbè furono obbligate le vaccinazioni contro il vaiolo dai medici specialisti imposti. Il risultato fu di non pochi bambini morti per tale vaccinazione e in generale di numerosi appestati nonostante la vaccinazione. Il disastro fu tale che solo poco più della metà della popolazione si salvò dall'epidemia, tra questi il gran numero di non vaccinati per protesta e resistenza alla suddetta imposizione. Le stesse infelici misure di sequestro domiciliare di famiglie e di ospedalizzazione coatta per i poveri, anche in piena salute, senzatetto furono adottate per il colera.
La sostituzione della ostetrica comare con quella diplomata non condusse ad alcun miglioramento nell'esito dei parti.
La medicina è un potere che viene imposto sopratutto in vista delle epidemie. Quando esplode un'epidemia le misure restrittive sono peggiori di quelle in caso di guerra. Nessuno può opporsi alle direttive di chi dichiarato competente. Tutto ciò lo abbiamo visto durante le ultime epidemie: dalla "mucca pazza" all'aviaria. Che cosa sarebbe accaduto se anche uno solo dei cittadini italiani ne fosse stato colpito?...Ne sarebbero scaturiti provvedimenti sanitari che non è possibile nemmeno immaginare; lo dimostra anche il fatto che si sono spesi milioni di euro per acquistare il vaccino anti influenzale per ogni italiano. Che cosa c'entra il vaccino anti influenzale con l'aviaria? -Ammettiamo che qualcuno fosse stato contagiato, allora si sarebbe imposto tale vaccino per ogni cittadino con rilascio di ricevuta senza la quale si sarebbe applicato il fermo e l'eventuale quarantena a tempo indeterminato per tutte le possibili analisi cliniche. La stessa procedura si sarebbe avviata per quei cittadini che avendo contratto l'influenza nonostante il vaccino, avrebbero chiamato il medico di famiglia e, a loro insaputa, avrebbero reclamato per la sua inefficacia...sarebbero stati immediatamenti condotti in ospedale per tutte le analisi del caso. Il vaccino anti influenzale serviva solo come test quindi solo per autodenunciarsi l'eventuale contagio dell'aviaria e così farsi rinchiudere in quarantena, oltre tutto senza speranza di guarire. Di quel vaccino oggi, se veramente acquistato, ci sono rimasti solo i debiti. Considerato che le ultime epidemie dalla "Mucca Pazza" all'Aviaria sono frutto delle aberranti operazioni, anche genetiche, di trasformazione dell'animale e dell'ambiente in cui questi viene costretto in zootecnia, l'unica prevenzione è il non consumo di questi prodotti.