lunedì 17 settembre 2007

Malasanità di prestigio


Nel precedente post si riportava la dichiarazione (intervista RAI) di De Lorenzo sulla sua impotenza, come (allora) ministro della sanità, nell'intervenire sulla malasanità. Già all'epoca del ministero di De Lorenzo era ufficiale il fatto che le lobbies medico ospedaliere influenzavano il parlamento neutralizzando interventi per la trasparenza sulle istituzioni coatto ospedaliere. Il potere delle suddette lobbies è talmente potente non solo nel neutralizzare la trasparenza ma anche nel ridicolizzare le iniziative per poterla ottenere tanto da far mettere in "lista d'attesa" anche i carabinieri del NAS per le ispezioni a loro carico: per le ispezioni occorreva "prenotare" ben 48 ore prima e precisare esattamente il settore da ispezionare. Chiaramente, prima di far ritornare le ispezioni nella regola di sempre (improvvisate) e nella "legge uguale per tutti", tutti gli ospedali ispezionati per "appuntamento" la fecero franca. Questi ospedali "graziati" dovrebbero comunque, anche se con riserva, rientrare nella malasanità.
La malasanità rimane nell'ambito del riscontro sugli abusi, omissioni, errori, corruzioni, manipolazioni di cartelle cliniche etc.. Infatti, vi sono ospedali che se non meglio delle cliniche private ne sono almeno alla pari: sia in laboratori e strumenti medicali; sia in architettura e arredamento. Ma, indipendentemene dal fatto che questi ospedali "modello" facciano uso dei suddetti strumenti o comunque preferiscano usufruire delle convenzioni con i privati (per loro personali interessi di lucro) non è detto che non rientrino nella malasanità. Prendiamo ad esempio il Corner Hospital -degli ospedali riuniti S.Giovanni-Addolorata- che sembra sia un ospedale che non dà problemi e che appare pari ad una clinica privata. Qual'è il segreto nello schivare la malasanità? Il segreto è molto semplice a scoprirsi: Il Corner Hospital adotta il principio di alta selettività tra i pazienti che vi devono accedere: quando il S.Giovanni segnala un paziente, a cui è arrivato il momento di dedicarsi alla riabilitazione, il trasferimento al centro riabilitativo non è diretto perchè prima deve essere deciso da un gruppo di medici del centro, che si recano a valutare il caso. Se il caso è semplice oppure trattasi di un giovane anche con contusioni multiple l'esito è positivo (anche perchè vi sono delle disposizioni a tal riguardo) . Se, invece, è un anziano, magari limitatamente semi-paraplegico da ictus, seppur ben vigile ed in grado di aver cominciato a fare della fisioterapia, può benissimo continuare a marcire in ospedale; questo significa condannarlo a morte per tortura perchè senza un costante ed accurato movimento l'organismo indebolisce e perisce. E' così che fu condannata a morte, e con non poche torture, ad esempio, una degente che venne dapprima rifiutata da un'equipe del Corner Hospital, ma, poi, riammessa da un'altra equipe, sempre del Corner, sotto ulteriore sollecitazione della direzione del S.Giovanni. Una volta trasferita non passò che un giorno che si ritrovò di turno il medico che ne aveva escluso il trasferimento e non fu difficile per lui approfittare della lieve alterazione di temperatura (37,2) -dovuta ad un normale processo da ictus, in via di remissione-ma sopratutto da stress da ospedale- per ordinare immediatamente -118- il trasferimento di nuovo al S.Giovanni; questo all'insaputa dei parenti, presenti in quel momento, impedendo loro, così, un trasferimento ad un altro ospedale (l'ambulanza non era provvista di medico). Perchè doveva trasferirla al S. Giovanni? Per meglio giustificare il trasferimento aggravando il caso del sospetto di meningite...dopo un mese e mezzo di ospedale?!... d'intesa con i colleghi del S.Giovanni si procedette alla dolorosissima puntura lombare per il test-farsa della meningite e ne risultò, chiaramente, liquor normalissimo; ma, nonostante questo, la degente non fu riportata al Corner perchè la vera ragione era il rifiuto del Corner Hospital che non poteva mettere a rischio il suo prestigio, dovuto nel ristabilire malati già ben predisposti alla guarigione. Diffidate dalle istituzioni sanitarie che usano modalità finemente selettive per reputarsi di prestigio.
Insomma, affrontare la malasanità, specialmente a discapito degli anziani, non sta nel potenziare la sanità perchè, come abbiamo riportato nel suddetto esempio, anche negli ospedali pari a cliniche private vi sussistono forme di malasanità non da meno di ospedali trascurati. Potenziare la sanità significa comunque potenziare la malasanità se prima non si potenziano i dirittti del malato nel fare trasparenza (informando anche il cittadino tramite stampa e televisione) su queste strutture coatte, corrotte e pericolose nell'influenzare i governi.